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Recensione Menotti Lerro "Lerro ed il suo antinomico Orrel" (Dal Resto del Carlino)
Lerro ed il suo antinomico Orrel; Menotti come un martire risorgimentale, un carbonaro precursore del Risorgimento, che nell'intero '800 ebbe grande ricordo in tutta Italia e accettò il patibolo nel 1831 da un ambiguo Granduca di Modena, in nome della libertà dall'asservimento agli Austriaci. Non a caso ebbe questo nome il primogenito di Anita e Giuseppe Garibaldi.
D'impulso questi pensieri si sbrigliano dinanzi al volumetto di Menotti Lerro, esile ma concentrato nei significati e nelle suggestioni, Augusto Orrel – Memorie di orrore e poesia (Joker Edizioni) che ha arricchito di stimoli, letterari ed emotivi, la settimana della mia lettura.
Che l'autore sia stato battezzato con un nome che, nell'immaginario collettivo, richiama quello di un eroe romantico s'intreccia perfettamente con la riflessione di Erminia Passannanti, chiamata a presentare l'opera, la quale intravede in Orrel un “Werther contemporaneo”, con l'animo esulcerato e ritroso, che confida ad un amico il rosario orrorifico della sua esistenza di trentenne interiormente vecchio.
Inoltre, come rose nel deserto, fioriscono fra le righe della prosa illuminazioni in versi dove trovano ricetto i moti di un'anima ferita da una vicenda familiare di violenza e complessi edipici, vissuta in prima persona dal protagonista e dall'amata sorella.
Menotti Lerro è poeta/scrittore di una sensibilità folgorante. Chi mi segue da tempo, sa che considero con venerazione la poesia, abbeverandomene ogni volta che mi sia possibile.
Lerro, con la sua opera, è una fonte che mi ha ristorata in questa mia ricerca esistenziale, perché i “suoi” dolori, coraggiosamente confidati ad un amico che, universalmente, in realtà siamo noi tutti, rappresentano l'itinerario terreno (ma anche ultraterreno, nell'iperuraneo del nostro appartenere all'Assoluto) nelle cui tappe le intelligenze si riconoscono. Un libro da immedesimazione e ricerca; un libro ribollente identità.
Maria Rita Parsi
Nota biografica Parsi:
[Maria Rita Parsi di Lodrone, psicologa, psicoterapeuta, scrittrice lavora a Milano e a Roma e nella Svizzera Italiana. Ha fondato e dirige la SIPA (Scuola Italiana di Psicoanimazione) e il Movimento Bambino, che contano centri in tutta Italia e in Europa per la diffusione della cultura dell'infanzia. Dal 1984 fa parte dell'Istituto Riza e scrive sulle Riviste Riza Psicosomatica e Riza Scienze. Insegna "Psicoanimazione" - Terapia a mediazione creativa presso la facoltà di Psicologia dell'Università di Firenze. Collabora con quotidiani nazionali (Il messaggero, Il mattino, Il resto del Carlino, Il Secolo XIX, ecc.) e riviste per le quali tiene da anni rubriche settimanali di psicologia.
Per Mondadori ha pubblicato: I quaderni delle bambine (1990), Il pensiero bambino (1991), I quaderni delle donne (1994), Il mondo creato dai bambini (1992), il romanzo L'amore violato (1996), Le mani sui bambini (1998). Tra gli altri suoi libri ricordiamo: Animazione in borgata (1976), Lo scarico (1978), Leggere per fare (1980), Album (1982), La principessa degli specchi (1984). Per l'edizione Riza ha pubblicato: Il piacere e il dolore (1985), Sessualità (1991), I perchè del sesso (1992), Il mondo creato dai bambini attraverso il disegno
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