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Recensione Stephenie Meyer Twilight è essenzialmente una storia d’amore. La protagonista femminile, Bella, è un’adolescente che decide di andare a vivere con il padre nella città più piovosa d’America, rinunciando agli amici e alle belle giornate. Il protagonista maschile, Edward, è un “ragazzo”, anch’esso di 17 anni, la cui peculiarità è quella di essere un vampiro, non un vampiro nel termine classico , ma un vampiro che si nutre soltanto del sangue degli animali. I vampiri della saga di Twilight risultano effettivamente appartenere ad un’altra “specie” rispetto al classico Dracula o agli antagonisti dell’abbastanza recente telefilm “Buffy”: il sole non li uccide e le croci non li allontanano. Forse con questi particolari la Meyer intendeva sfatare il mito del classico Vampiro, quando invece anche i “suoi” vampiri sono fuori dalla norma. La maggior parte del libro è incentrata sulla storia d’amore tra i due ragazzi, sul loro amore privo di senso che nasce improvviso e prevedibile. Nel corso della lettura, la protagonista può risultare irritante ed assillante a causa delle continue domande che porge ad Edward e delle sue reazioni esagerate di fronte al ragazzo. Le continue domande sono giustificabili dal fatto che l’autrice deve in qualche modo spiegare al lettore il mondo dei vampiri di Twilight e le reazioni giustificabili dal fatto che i vampiri della Meyer risultano agli umani di una bellezza inaudita proprio per attirare le prede. Inoltre il fatto che alcuni personaggi siano degli esseri solitamente malvagi dà una scusa all’autrice per inserire nel libro (ma solo nelle ultime pagine) un tocco di azione, anche se breve. Il cambiamento di narrazione effettivamente può sembrare un po’ forzato, un modo per evitare una trama incentrata unicamente su una storia d’amore che lo stile dell’autrice non è in grado di sorreggere né di rendere piacevole al lettore. Sicuramente i punti di forza di questo libro è la semplicità e la scorrevolezza: due qualità che permettono la diffusione presso un pubblico molto vasto. A primo impatto ho paragonato la storia d’amore tra Edward e Bella ad un’ipotetica storia d’amore tra una persona e il suo cibo preferito (ad es. è come se qualcuno si innamorasse di un hamburger) e nel libro, in alcuni tratti, non si comprende se il sentimento di lui sia vero amore oppure il desiderio e l’acquolina che si prova di fronte ad una cibaria off limit. Vorrei un secondo distaccarmi dal mio solito stile di recensione per esporre alcuni dubbi in modo pratico e diretto: Edward non è in grado di leggere nella mente di Bella perché essenzialmente Bella ha la testa vuota? Non mi sembra che l’autrice spieghi questo fatto. E poi.. perché questi vampiri -super veloci, ricchi, capaci di tutto- prendono l’aereo per andare a Phoenix? Oltre a poter correre o ad utilizzare le loro automobili di lusso avrebbero potuto permettersi di affittare un aeroplano, perché allora perdere tempo inutile in un aeroporto in mezzo a migliaia di prede umane che costituiscono una tentazione? Di Gippy
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