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Recensione Luca Scarlini sacre sfilate
Luca Scarlini sacre sfilate
da www.dida.splinder.com
Nell'estate 1999 ho lavorato per qualche mese nella più stronza libreria di udine. alla fine me ne sono andata perchè son riusciti a farmi detestare un posto che a me di base è sempre piaciuto, e a loro cmq non andava bene io dicessi "salve" -affronto verso i clienti- o consigliassi libri (non ero all'altezza!) o andassi a prender volumi (che sapevo esserci, visto che non facevo altro che spolverarli) senza prima aver controllato sul pc la loro certificata presenza sugli scaffali. un ambiente devastante dal punto di vista umano con un trattamento schiavista, umiliante e di disprezzo gentile nei confronti dei dipendenti, un supermercato travestito da tempio sacro della cultura solo agli occhi belli della Udine à la page. In quell'anno è uscito per kaos edizioni via col vento in vaticano. le copie arrivavano a mezze dozzine ed erano perennemente prenotate. una mattina mentre, al solito, spolveravo abbiamo fatto appena in tempo a nascondere qualche copia, che una coppia di solerti carabinieri son arrivati e hanno sequestato quei libri. qui un articolo che vi dà l'idea del kaos di quel luglio. quel libro alla fine, dopo più di dieci anni non l'ho ancora letto. magari questa sarà la volta buona. quello che invece ho letto è sacre sfilate di luca scarlini, guanda, € 12,oo. con ironia (a forma di affilato bisturi chirurgico) fa le scarpe (di prada) ai papi. l'alta moda è solo una scusa per stendere i profili dei papi in questione. si salva solo papa luciani (tre mesi solo), per il resto si ghigna amaro per non piangere. lettura golosa tra -poco- sacro e profano con alti riferimenti libreschi e cinefili, senza escludere note e conseguente bibliografia. ah... i mocassini rossi di benedict non son prada come vorrebbe la leggenda, ma di un calzolaio novarese, il gentile signor adriano stefanelli. e, d'altro canto, il rosso non è un vezzo ma un richiamo al martirio... lo so che c'eravate già arrivati tutti!
pag.140 [paolo VI] proprio come nel corso del viaggio a manila del 1970, il pontefice venne aggredito dal pittore boliviano benjamin mendoza y amor, che rivendicava la necessità del suo gesto omicida "surrealista", e venne salvato dall'energico monsignor marcinkus, che da allora per questo fu ribattezzato "il gorilla".
mi son tolta un sassolino dalla scarpa... e ho fatto contento don ugo, anche qui si trova il nostro amico pio laghi.
Di didilla
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