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Recensione Young Europe
Un libro intenso e commovente che parla di quattro ragazzi. Young Europe lascia senza fiato.
I protagonisti rivelano il senso di ciò che siamo. Ci si perde d'un colpo dentro le loro storie...dietro le vicende vediamo scorrere racconti e riflessioni delle persone che in qualche modo hanno cambiato la storia. Da Falcone e Borsellino ai Queen e i Nirvana, i Muse; passando per Ilaria Alpi, Orwell e molti altri.
Non è il solito romanzo, non aspettatevi la struttura semplice e lineare di chi vi racconta una storiella perchè non la troverete.
Ciò che certamente caratterizza Young Europe è uno stile narrativo originale e stravolgente, insieme all’intensità crescente del ritmo con cui le scene si avvicendano, lasciandoci scoprire i personaggi fino ad un finale shock che rimarrà impresso nella memoria del lettore.
Josephine, bellissima, vuole tutto e dipende da tutto; Alicia la femme fatale, penetrante e inconsapevole; Julian e la sua innocenza compromessa. Sono loro insieme agli altri protagonisti di questo libro, che ci accompagnano lungo le strade di un’Europa stantia, che nonostante tutto vuole apparire, a tutti i costi, giovane.
Ogni parola di "Young Europe" dipinge un quadro che poco a poco diventa un affresco generazionale e un grande romanzo di formazione scritto in maniera del tutto anticonvenzionale:
"E' l'inizio di una nuova razza. Perchè è meglio. Perchè non è importante amare, è importante non soffrire. E' imperativo eliminare gli effetti collaterali. Tutto escludendo ogni informazione. Josephine è oltre il pensare.
Lei e gli altri devotamente ignorano. ha saltato tutte le generazioni. Questa è la vera novità. saltano anche la propria. Non conosce i Queen, ma nemmeno i Radiohead. Kurt Cobain è un'ombra e i Beatles un nome che ha sentito ma che non associa a nulla. Nulla. La Francia è la più grande democrazia del mondo perchè l'ha detto qualcuno. Il 1968 è l'anno prima del 1969, Jean Luc Godard e Michel Gondry sono solo due nomi, forse due patrioti della rivoluzione francese. Josephine è con gli altri. Ognuno su una scialuppa, da soli, mentre la barca si allontana, e li lascia in mare aperto. Avenue du 8 mai 1945, numero 25. Millenovecentoquarantacinque. Il giorno dell'inizio di una guerra. O della sua fine. O della morte di qualcuno. Non Napoleone, quello è più vecchio. No. Sì, è più vecchio. Basterebbe chiedere a tuo nonno, Josephine. E' ancora vivo, lui saprebbe. Parlare con il nonno, parlare veramente. Farsi raccontare la guerra. Parlare con qualcuno. Aprire un libro. Sognare qualcosa. No, niente. Napoleone, 1945. Napoleone è morto, i nazisti l'hanno esiliato. Poi gli hanno sparato. Ascoltava i Radiohead mentre lo portavano via all'Isola d'Elba, sul fiume. Chi sono gli altri e cosa hanno fatto, che cazzo me ne frega."
Matteo Vicino si è lanciato in questa sfida stravolgendo ogni canone della letteratura tradizionale; basta soffermarsi un secondo sul retro di copertina per capirlo: odia, divertiti, lavora, compra.
Una rivelazione.
Questo è Young Europe
Di rebecca84
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