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Recensione Il Teatro è Vita e Non è un caso se il poeta, napoletano d’origine, ma milanese d’adozione, ha inteso rendere omaggio a una sua vecchia e costante passione, vale a dire la rappresentazione teatrale, da lui da anni coltivata, anche se l’intento va oltre le semplici parole, si articola più in là del palcoscenico, andando a cercare, a esplorare in un mondo metaforico che appunto è Oltre il sipario. Infatti, se vogliamo ben guardare, tutta la nostra vita ci vede al contempo protagonisti e spettatori, con un interscambio dei ruoli del quale nemmeno ci accorgiamo. E non è sempre detto che qualora facciamo parte dell’anonimo pubblico non siamo in effetti i più incisivi attori, muovendoci in silenzio nell’ombra del palcoscenico, figure che non si notano, che non appaiono alla ribalta, ma che sono lì, servono, sono necessarie, come i macchinisti, gli scenografi, il regista. Ognuno ha un suo ruolo ben preciso, perché la vita si compone, si scompone, come le pietruzze di un mosaico, e se una c’è è perché esistono le altre, in un’interdipendenza di cui nemmeno ci accorgiamo se non quando qualcuno viene a mancare, una comparsa, anzi un attore che si allontana in silenzio per sfumare dietro le quinte del palcoscenico della vita. Gambini ha scelto bene le poesie, in modo da presentare una varietà di liriche che, nel tema, hanno la dignità della loro diversità. Si va così dalle quattro pareti in cui si consuma ogni sera il dramma della vita, lirica opera dello stesso Gambini all’ultima danza, che muore col sogno, di Gloria Venturini, passando per l’esplicito sipario della vita, di Giuseppina Iaccarino, e per i tasselli ribelli di un pianoforte, di Antonella Marseglia. Cosa resterà di questa commedia dell’esistenza? Forse il rimpianto di aver recitato un copione che abbiamo per forza dovuto accettare. E’ una bella antologia, varia e veramente interessante, e quindi senz’altro da leggere. Di Renzo.Montagnoli
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