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Recensione John Steinbeck Quando nel In effetti lo scrittore americano è riuscito nei suoi libri a sondare l’animo umano inserendo la sua ricerca in un contesto sociale, in forza di un’interdipendenza che si attua in un doppio flusso: dal singolo uomo alla collettività e da questa ancora al singolo uomo. Steinbeck ha ben compreso che gli aspetti interiori di ognuno si riflettono socialmente e che sempre il comportamento individuale è influenzato dal contesto in cui l’individuo opera. Con diverse sfumature questo concetto è base di opere di notevole livello, quali I pascoli del cielo, Pian della Tortilla, Uomini e topi, Furore, L’inverno del nostro scontento e La valle dell’Eden; tuttavia, almeno secondo la mia opinione, dove risulta esposto più chiaramente è ne La luna è tramontata, romanzo edito per la prima volta nel 1942 allorché le sorti della seconda guerra mondiale non erano ancora ben definite. In questo romanzo, ambientato in Norvegia, contano più i personaggi, le situazioni, le riflessioni dei protagonisti che la trama stessa, in sé in verità abbastanza semplice. Un piccolo paese viene occupato dai tedeschi con un vero e proprio blitz e con l’aiuto di un traditore, quello che tutti i cittadini fino ad allora consideravano un autentico benefattore. Colti di sorpresa, provano un generale disorientamento, una sorta di annichilimento della volontà e, soprattutto, della propria identità, ma poi la dignità di essere uomini ancora liberi emerge e ha inizio una guerriglia non solo bellica in senso stretto, ma anche psicologica nei confronti degli invasori che poco a poco si scoprono non macchine da guerra, ma uomini, con le loro debolezze e le loro paure. In questo contesto i protagonisti di maggior spessore a cui lo scrittore attribuisce il compito di portare avanti il suo messaggio sono da un lato il colonnello tedesco Lanser che è dibattuto fra l’assurdità degli ordini ricevuti e i contrasti della sua coscienza. Non viene meno al suo dovere, ma gradualmente subentra in lui la disperazione di compiere azioni sanguinarie che ritiene del tutto inutili, maturando di pari passo una crescente stima verso il sindaco, ben diversamente motivato dalla necessità di costituire un punto di riferimento per i suoi concittadini, senza remore o tentennamenti, arrivando perfino al sacrificio personale. Sono due uomini in antitesi, ma se il tedesco si accorge della progressiva perdita della sua dignità, il norvegese è invece consapevole del suo graduale riacquisto. Su tutto regna un tragico dolore: quello degli occupanti, che nel loro indottrinamento credevano di essere accolti festosamente e che invece sono costretti a vigilare nel timore di attentati; quello dei cittadini occupati che non possono tollerare di perdere la loro liberta e che intendono riprendersela, a qualsiasi costo. Se La luna è tramontata non è solo un bel romanzo, ma è anche un libro con cui, attraverso la creatività, si giunge a una visione realistica, senza appelli, senza attenuanti, della guerra e della sua inutilità. Da leggere, senz’altro, anche e soprattutto nelle scuole, affinché i giovani comprendano che con un conflitto tutto è perduto, mentre con la pace tutto è possibile. Di Renzo.Montagnoli
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