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Recensione L'autore-giornalista ed editore comasco di lungo corso-ha dato alle stampe un volumetto militante sul piano politico,un volumetto che istiga apertamente alla disubbidienza civile(p.62) nel quale la difesa ad oltranza del pacifismo italiano(e di quello comasco nello specifico)-ed in particolare di quello mobilitatosi in occasione della guerra contro l'Iraq-procede di pari passo alla condanna morale e politica nei confronti dei ledears politici e militari e soprattutto nei confronti della risolutezza di cui fu protagonista la giunta comunale comasca contro l'occupazione illegale del palazzo comunale da parte di un centinaio di facinorosi eterodiretti politicamente.Ebbene,al di la' della adeguatezza delle citazioni storiche-quelle che fanno riferimento a Thoreau e Capitini sono certamente pertinenti mentre quella a Kant risulta inappropriata dal momento che la posizione kantiana risulta assai lontana da quella del pacifismo irenico di Capitini-il pamplhet e' costruito su una logica dicotomica-e dunque manichea-a causa della quale la demagogia populista(il popolo buono contro le élites perfide e ciniche),il ritratto macchietistico -perche' ironico e sprezzante-dei decisori politici e militari-ai quali si contrappongono gli eroici pacifisti-prendono il sopravvento su un'analisi lucida degli avvenimenti.Tuttavia-a nostro avviso-emergono con nettezza alcuni aspetti rilevanti sia politici che culturali :da un lato l'irrilevanza operativa del folklore pacifista nazionale e comasco in particolare e dall'altro lato -al contrario-la rilevanza-ma in negativo- della presenza nella scuola comasca di consiglieri comunali che mobilitano le masse studentesche in occasione di eventi di particolare importanza. Gagliano Giuseppe Di prupitto
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