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L'ultima Inverna

L’ultima inverna” è una delle raccolte di poesie dedicate al Lago Maggiore scritte da Roberto Bramani Araldi, manager per necessità e poeta per vocazione; con la sua sensibilità coglie aspetti e vibrazioni con uno stile nitido, elegante, a volte sarcastico ed effervescente che avvince e rapisce. l’Inverna è il vento che soffia da sud e si riferisce allo scorrere del tempo e dei pensieri.


 


A mio parere, sono assolutamente incantevoli le descrizioni della sezione “Il lago e la sua gente”, da assaporare come un dolce:


 


“… poi il lago,


degli abiti più belli abbigliato,


trine di lievi spume,


impreziosiscono,


inconsapevoli,


l’indaco intenso al cielo carpito …”


 


 


“Afa diffusa, ovunque,


fra pareti,


in boschi dalle foglie reclinate,


sparsa sul lago,


minuscoli ritagli di umidore


assemblati da mano paziente,


stemperano profili,


ampliano distanze,


imbrattano di grigio


l’incolpevole cielo.”


 


 


Toccanti e suggestive le poesie della sezione “Specchio riflesso”:


 


Angelo


Un’ombra attenta,


smuove, fremente,


piumose e delicate ali,


spazza, come saggina,


e getta via


antiche angosce


e frammenti


di vita perduta.


 


 


E mi sovvengono


Albe liete,


cieli trasparenti


a trasportare


anima e pensiero


leggeri e rapiti.


Le ultime sezioni invece sono completamente diverse dalle precedenti:


 


 


Distonie Due” include poesie meditate, non più dettate dall’emozione ispirata dallo scorrere dei paesaggi, ma da pensieri profondi e cupi. “Distonia” significa ‘disordine nel movimento ’ e si riferisce all’inutile ribellione dell’uomo all’idea della fine, della morte:


 


 


Annullate le distanze,


che cosa cerchi?


Perché ti agiti?


È vano


Cercar di fermare …


Tutto è già scritto.


 


 


Infine, c’è la sezione “Neoplasie” che significa una sovrapproduzione di cellule che sfuggono al controllo genetico, più nota come tumore. In queste poesie Roberto Bramani esprime tutta la sua amarezza nel constatare che avidità e scorrettezza sono totalmente sfrenate ed irrefrenabili.


 


Così leggiamo nella “Preghiera all’ente supremo”:


 


O Dio potente e assoluto tu che tutto puoi,


ascolta la mia invocazione.


Ti prego, dammi la forza:


di mentire con spudoratezza,


di usare ipocrisia con naturalezza,


di rubare con aria innocente …


 


 


 


Come diceva Renzo Arbore “Meditate, gente, meditate …”. Maria Cristina Flumiani

Di MCF

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