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Recensione Ogni libro porta qualcosa, alcuni storie, altri esperienze, certuni lemmi, questo ci regala parole scelte con cura, ognuna di esse vive una vita intera, un registro, un intenso respiro, una ricostruzione del mondo con altri contorni che non a tutti e concesso di vedere, in cui il reale ci è restituito con una prospettiva nuova, sebbene sia di matrice antica. Ogni spazio, interstizio, è colmato da “ Nel libro di Giovanni Nuscis ci sono importanti punti di riferimento che riconsegnano l’essenza, il calibro, il senso delle cose. Con questa raccolta egli si conferma maestro di un’arte sopraffina e la sua voce non riesce, non può, e non deve passare inosservata. Il testo chiede attenzione, e non agevola i suoi lettori, egli ci consegna dei fogli e ci chiede impegno, i suoi sono disegni complessi che non sempre si concedono anche al lettore più attento, a volte si presentano deviazioni improvvise, fughe, violente accelerazioni, ma in ogni strofa si trova quel carico d’alterità che ben richiede considerazione. La poesia non è un terreno facile o agevole, anzi sono più le buche dei sentieri lineari, con essa si sale sulle pietraie, sui dirupi, a mani nude che a volte si riempiono di ferite a cui si deve guardare con estrema attenzione. Ogni opera richiede un tributo che il poeta è tenuto a versare, ma a noi lettori, spero, resta solo la speranza di aver vinto un piccolo premio in questo itinerario inaspettato, da parte della poesia che non si arrende al vivere comune, ma si sposa con la forza che da essa proviene. Di ninag
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