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Recensione Katherine Mansfield Racconti della serie "Il nido delle colombe”
Katherine Mansfield, nasce in Nuova Zelanda nel 1888 con il nome di Kathleen Mansfield Beauchamp e muore di tubercolosi nel 1923 a Fontainbleau.
Trascorre la sua vita a Londra dove sposa John Middleton Murray, un critico letterario, che pubblicherà le sue opere postume. Frequenta Virginia Woolf e H. Lawrence ed è una lettrice appassionata delle opere di A. Cechov.
Opere: “Una pensione tedesca", “Garden Party”, “Il nido delle colombe” “Qualcosa di infantile e molto naturale”, “I diari”.
I racconti sono pervasi dalla sua vibrante sensibilità che rivela emozioni e sensazioni incredibilmente semplici e quotidiane; dipinge con umorismo e simpatia i suoi personaggi e le loro debolezze con poche vivide efficaci pennellate.
Ad esempio, nei racconti inclusi nella serie “Il nido delle colombe” si sofferma su piccoli flash della vita delle persone benestanti.
In “Una tazza di tè” scrive:
“Rosmary Fell non era precisamente bella … carina? Béh, forse sezionandola … Ma perché avere la crudeltà di sezionare qualcuno? Era giovane, brillante, estremamente moderna, squisitamente vestita, incredibilmente al corrente degli ultimissimi libri e i suoi ricevimenti erano il più delizioso miscuglio di gente davvero importante e di … artisti, creature bizzarre, scoperte sue, alcune orripilante oltre ogni dire, ma altre decisamente presentabili e piacevoli.” E così una figura carismatica balza ai nostri occhi con tutto il suo fascino e la sua simpatia. Ma in tutta questa perfezione le manca quella qualità così importante e ricercata soprattutto nelle donne …
“… L’antiquario le mostrò una scatolina. Una squisita scatolina dai riflessi così delicati da sembrare cotta nella panna.” Rosmary gli chiese di tenergliela da parte essendo molto costosa “ma il negoziante si era già inchinato come se tenergliela da parte fosse tutto ciò che un essere umano potesse desiderare.” Quando esce dal negozio, una giovane mendicante le si avvicina e lei decide di portarla a casa per offrirle un tè ripromettendosi di tenerla sempre con sé. “Avrebbe dimostrato a quella ragazza che … nella vita succedono davvero cose meravigliose, che … le fate buone esistono … e che le donne sono veramente sorelle.” Una volta che la giovane si è rifocillata, “una persona nuova, una fragile, leggera creatura scarmigliata con le labbra scure e gli occhi profondi e luminosi si abbandonò sulla poltrona”. Mentre discorrono, entra il marito di Rosemary che rimane colpito dalla bellezza dell’ospite. Facile immaginare l’epilogo ma vale la pena di leggerlo per l’ironia con cui la Mansfield descrive la situazione. Certamente la scatolina allevierà il disagio di Rosmary …
Un altro delizioso racconto è “La casa delle bambole”:
”Eccola lì, di un verde scuro, oleoso, color spinacio, ravvivato da un giallo smagliante. I due solidi piccoli camini incollati sul tetto erano dipinti di bianco e di rosso, e la porta, che brillava di vernice gialla, sembrava una fetta di torta caramellata. C’era anche un piccolo portico giallo, con grossi coaguli di vernice lungo i bordi. …ma la cosa che a Kezia piacque più di ogni altra, ciò che le piacque tremendamente, fu la lampada: una squisita piccola lampada d’ambra con il globo bianco. Era perfino piena, pronta per essere accesa anche se, naturalmente, non si poteva accendere. Ma dentro c’era qualcosa che sembrava petrolio e si muoveva se lo scuotevi.”
Ne “Il nido delle colombe”, madre e figlia sono sedute in giardino quando la cameriera si presenta con un biglietto da visita.:
“ … Mr. Walter Podger, lessero. Mamma, dal biglietto, levò gli occhi su Milly:
“Podger, cara?” chiese con dolcezza, come servendo a Milly una fetta di budino sconosciuto.
E sembrò che Milly ritraesse il proprio piatto mentre rispondeva: “Non .. non so, mamma.” Questa è una caratteristica della Mansfield, il suo personalissimo modo di tradurre momenti di imbarazzo o altre emozioni.
Da “Storia di un uomo sposato”:
“… Nel migliore di noi c’è sempre, potrei giurarlo, qualcosa che al momento di distruggere salta su a gridare un ‘Aaah!’ di gioia.”
Non è forse vero? Non avete mai sentito dentro di voi un’esultanza irrazionale nel vedere una situazione disgregarsi?
È un peccato che sia perduta la delicatezza e l’arguzia di questa scrittrice e spero di avervi convinto a leggere qualche suo racconto.
Di MCF
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