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Recensione Il verso poetico può essere un mezzo per rappresentare la visione personale della vita in un approccio di carattere filosofico e allora la lettura, se pur appagante, diviene complessa. Ma ci sono anche poesie di diversa natura, dove è la parola stessa che è “poesia”, che serve a descrivere situazioni all’apparenza di normale quotidianità e che per l’autore rappresentano stati emotivi che danno luogo a riflessioni. Sono, queste, composizioni più semplici, più accessibili, ma non per questo meno valide e che alla fine consentono una lettura egualmente appagante e coinvolgente. E’ il caso di Un ordinato groviglio, di Piera Maria Chessa, un librettino che procede per temi, ognuno dei quali corrisponde a situazioni ben precise e definite. Si passa così da quell’atmosfera intima, quasi ovattata di Nei silenzi della casa (Abbandonano i rami / le foglie secche del mio giardino. / Cadono leggere scricchiolando / sulla terra bagnata, / coprendo l’erba lucente di rugiada. /…) alle osservazioni attente, memorizzate di Per le strade ( Firenze la ricordo / dall’alto dei colli di Fiesole, / distesa sotto il mio sguardo ammirato. / Sentivo di possederla, / mi sentivo posseduta / in quel groviglio ordinato / di case e viali. /…). C’è anche spazio per i Ritratti di comuni figure che accompagnano la nostra vita (Ti osservo, bambino, / chino sul foglio nel quale scrivi. / Mi colpisce il tuo incarnato chiaro, / levigato, i lineamenti puri, / la tua riservatezza. / …) e poiché la vita ci racchiude quasi sempre fra pareti invisibili ecco allora Il prigioniero (Il prigioniero cammina lento / nella cella / ascoltando la pioggia che batte / sul vetro opaco del lucernario. /…). Tutto ciò che è esistenza, un viaggio in corso con le sue tappe, i suoi avvenimenti, i ricordi, le pene rientrano negli svolgimenti della poetessa e fra questi c’è anche La certezza del dolore (L’auto è in sosta, / una donna straniera tende / la sua mano. / Un intreccio di sguardi / e la muta richiesta / di aiuto. /…), né poteva mancare la memoria di chi non c’è più o di fatti irripetibili che ritroviamo ne Il quaderno delle assenze (…/ Non ci sei / ma il tuo ricordo mi accompagna, / anticipa i passi / preparando la via sulla quale cammino.). La vita è un inevitabile intreccio di eventi, di persone, di sensazioni, di emozioni, un disordinato groviglio della mente che Piera Maria Chessa con questa silloge ha sistemato, mettendo ordine in quel caos che è il nostro passato, un indispensabile riassetto per poter proseguire. La lettura di questo libro è senz’altro consigliabile. Di Renzo.Montagnoli
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