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Recensione Antonio Tabucchi “Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate.” Inizia così il romanzo di Antonio Tabucchi e quel “sostiene Pereira” viene ripetuto più volte, in modo quasi assillante, e conclude pure l’opera, come se l’autore l’avesse scritta con questo Pereira davanti a lui, tutto preso da una confessione, o meglio ancora da una deposizione. Da una vicenda di fantasia nasce così una trama che ha tutta la parvenza della realtà e che descrive mirabilmente la dittatura in Portogallo di Salazar, ricreando un’atmosfera sempre più opprimente in un contesto di fatti comuni, di piccole cose che danno esattamente l’idea di quel che è la mancanza di libertà. A suo modo Sostiene Pereira è un romanzo storico, ambientato nell’estate del Pereira è un giornalista di una certa età, vedovo e solo, che ha abbandonato la cronaca nera di cui si è occupato per tanti anni per curare la pagina letteraria di un quotidiano, il Lisboa. E’ un uomo qualunque, quieto, senza idee politiche, tutto dedito alla sua passione per la letteratura, soprattutto quella francese. Non ignora di vivere in una dittatura, ma non se ne cura, proprio perché è riuscito a creare un mondo alternativo, rifugiandosi nelle lettere. La sua vita verrà sconvolta da un evento imprevisto, dalla vicenda, triste, di un giovane che non ci sta a vivere sotto un regime. Piano piano in Pereira avviene una metamorfosi, comincia a porsi delle domande, sorgono dei dubbi, scopre che in lui esiste un’altra personalità, teoria suffragata da un discorso sulla Confederazione delle anime che gli fa un medico di un centro talassoterapico, dove trascorre una settimana per lenire i suoi acciacchi. E alla fine non resterà più insensibile al tormento della dittatura, con un gesto clamoroso di ribellione che lo costringerà a emigrare. Sostiene Pereira, però, non è solo un romanzo storico, ma va assai oltre, perché implicitamente pone la domanda se sia giusto che un intellettuale viva in un mondo tutto suo, avulso dalla realtà che lo circonda. No, sembra dirci Tabucchi, un letterato, un uomo di cultura prima di tutto ha l’obbligo di non nascondersi fra i suoi libri, ma di evidenziare i pericoli, la gravità di un sistema che opprime i cittadini, senza che sia necessario avere idee politiche. La cultura è libertà e quindi non può rendere insensibile chi la segue alla realtà di ogni giorno, non deve costituire un alibi per non vedere, ma è indispensabile che sia la base per denunciare quello di cui altri non si accorgono, o di cui, per timore, non vogliono accorgersi. Questo è il grande messaggio del libro e in questo valore universale il romanzo va quindi ben oltre il genere storico e ne spiega il clamoroso successo di critica e di pubblico. Ricordo fra l’altro che ne è stato tratto un bellissimo film interpretato da un Marcello Mastroianni al meglio delle sue notevoli qualità. Sostiene Pereira è un romanzo senza tempo, di un’attualità e di una universalità assai rara e quindi sono dell’opinione che la sua lettura sia più che raccomandabile. Di Renzo.Montagnoli
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