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Recensione In linea di principio il saggio di Perotti-docente di Economia alla Bocconi-avrebbe potuto rappresentare una dura requisitoria contro il malcostume accademico italiano.Nella realta',il volume si limita a indicare rimedi soft e a porre l'accento su vicende gia' ampiamente note grazie alla cronaca giudiziaria ( fra l'altro non certo avara di particolari).Da un lato, l'autore non puo' certo omettere il peso che il nepotismo e il clientelismo giocano nelle vicende accademiche italiane(Perotti cita le note vicende delle famiglie Girone,Tatarano relative alla Universita' di Bari),peso che determina il verificarsi di paradossi tipicamente italiani(il figlio che vince il concorso indetto dal padre,il conseguimento di cattedre per ordinario in un fiat rispetto ai tempi ordinari);dall'altro lato indica i limiti degli atenei italiani individuandoli nella elargizione di fondi senza criterio meritocratico,nel peso della gerontocrazia,nella pubblicazioni di articoli accademici su riviste non refereed alla quali si partecipa su invito del comitato di redazione (che altro non e' che un comitato di affari il quale non puo' certo conferire credibilta' superpartes ai propri collaboratori) o nelle trame delle oligarchie baronali che”trascorrono il tempo a tramare dietro le quinte dei concorsi per affermare il proprio ego o per fare dispetto al gruppo di potere nemico”(p.75).Quanto ai rimedi proposti dall'autore questi si articolano nella speranza di poter adeguare l'universita' italiana a quella brittanica,nella trasformazione degli atenei in fondazioni private,nella drastica riduzione di corsi di laurea e nelle valutazioni basate su criteri bibliometrici e sulla perr rewiev.Il lettore ci consenta alcune osservazioni per concludere:sorprende in prima istanza come Perotti si sia astenuto dall'indicare-seppure sommariamente-la complessa trama degli intrecci politici-massonici,politico-sindacali e religiosi alla base stessa delle universita'-,in secondo luogo desta qualche perplessita' l'assenza della Bocconi fra quelle annoverate come “corrotte” e in terzo luogo la contrapposizione posta tra quelle italiane e straniere ci pare francamente meramente propagandistica dal momento che innumerevoli lobby-politiche,finanziarie e militari-hanno pesantemente influenzato la struttura stessa delle universita' americane(si pensi ad esempio alla capillare influenza della Cia e dell'Nsa a Yale). GAGLIANO GIUSEPPE
Di prupitto
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