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Recensione Savage Sam Questo libro racconta la storia di un topo messo al mondo in un negozio di libri. Essendo nato in una famiglia numerosa ed essendo il più debole spesso non riesce a raggiungere le mammelle della madre e quando le raggiunge non rimane che poche goccie di latte, insufficienti a sfamarlo.Così per riempirsi lo stomaco inizia a divorare pagine e pagine di libri fino a che questo "divorare " assume una valenza diversa dalla precendente, cioè inizia a leggerli rimanendone estasiato.La sua monotona vita è segnata dall'incontro-scontro con due figure:il libraio ed uno strano quanto, cordiale scrittore. Firmino apprezza alcuni aspetti del mondo dell'uomo, ma purtroppo per lui non nè può godere e ciò crea in lui uno stato di tristezza ed inadeguatezza (pragmatico esempio sono le venerabili bellezze del cinema, dove si reca spesso a trascorrere del tempo). Altro elemento di inquietudine è il non poter comunicare con gli uomini e soprattutto col suo amico Jerry. Quest'ultimo pensa che Firmino sia un semplice e banale ratto, ma non è così e il pensiero di Jerry sconforta notevolmente il povero Firmino. Firmino ama molto sognare ed immaginare ciò che non è realtà, come il rapporto idilliaco tra Firmino e il libraio, rapporto che in realtà non esiste.Spesso si ferma a pensare e rimuginare sui più disparati perchè, tipo il perchè della sua esistenza e situazione. Bello è il pensiero Pirandelliano delle maschere a cui Firmino si rifà affermando che un conto è assumere di propria spontanea volontà una maschera, la quale si può togliere in qualsiasi momento e quindi essere padrone della propria libertà;un conto è averla imposta, la quale fà sembrare la vita una prigione. Di Giatto
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