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Recensione In questo brevissimo saggio,il celebre anarchico anglosassone illustra in modo chiaro,limpido e accessible ad un vasto pubblico alcuni aspetti rilevanti del pensiero anarchico.Al di la' dei predecessori-i Diggers inglesi per esempio-e al di la' dei teorici dell'anarchismo universalmente riconosciuti-quali Godwin,Bakunin,Proudhon,Kropotkin-e' estremamente significativo che l'autore individui nell'anarchismo individualista americano-vale a dire in Thoreau,Warren,Tucker e Spooner-pensatori di indubbia originalita' che hanno contribuito a smantellare teoricamente sia I presupposti del socialismo autoritario che quelli dello statalismo borghese tradizionale partendo da premesse analoghe a quelle dell'anarchismo russo e europeo.Infatti-pur nella diversita'-entrambe le correnti erano consapevoli che lo stato fosse il nemico principale da abbattere in quanto manifestazione principale del potere e della autorita' al quale si doveva contrapporre una societa' composta di piccole comunita',volontarie nelle quali l'individuo e la societa' potessero trovare un armonico equilibrio al di fuori di qualsiasi autorita' umana e divina,nelle quali l'educazione fosse frutto della cogestione e non di rapporti gerarchici e fittizi-come dimostrarono Robin,Faure e Neill-,nelle quali il soggetto potesse sperimentare liberamente la propria sessualita' respingendo come aberranti I vincoli imposti dalle tradizioni religiose,nelle quali insomma la dominazione fosse letta come una degenerazione della natura umana cioe' come frutto di un errato relazionarsi tra essere umani.Ed e' proprio questa la pars costruens che l'autore addita al lettore quale unica e reale possibilita' per riuscire a costruire una realta' alternativa a quella nella quale siamo obtorto collo costretti a vivere rinnegando quotidianamente il nostro desiderio di essere liberi. GAGLIANO GIUSEPPE Di prupitto
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