Recensione Haruki Murakami After Dark
Haruki Murakami After Dark
Murakami scrive davvero belle cose. E' riuscito a condensare un'esperienza onirica di indescrivibile intensità ed erotismo, di intelligenza e bellezza in circa cinquecento pagine quando si è trattato di Kafka sulla spiaggia. Ha isolato e raccontato con eleganza e cortesia, con maestria e bellezza la solitudine umana, il dolore per la perdita, la riscoperta e la rinascita, l'uomo e la donna e le loro debolezze, il loro difficile incontrarsi in Norwegian Wood. Poi scrive anche piccole cose un po' scialbe, senza eccessivo spessore, in cui gli elementi ci sarebbero tutti eppure sfuggono, non si approfondiscono, non vanno oltre. E' il caso di La ragazza dello Sputnik, inconcludente onirica favola di transizione e di After Dark. In After Dark gli elementi, come ho già detto, ci sarebbero tutti: c'è quel mix letale di noir e onirico che avvince, ci sono la pacatezza e la delicatezza della narrazione di Murakami, solo qui e là forzata (è il leitmotiv di Murakami la forzatura scostante, come lo è l'asprezza in Mishima), ci sono buone tracce di un'analisi umana propria dell'autore, quel suo scovare le solitudini, le paure, le distanze fra uomini e donne, fra esseri umani, persino fra fratelli, come delle barriere che separano i personaggi l'uno dall'altro e dalle cose che li circondano, cosa non strana in Giappone, quel Giappone così lontano di sfrenata modernità che annienta e perfetta e condensata bellezza che è contegno e lentezza nella danza e nelle cerimonie del tè. Non manca neppure quel giochino sfizioso cui Murakami ci ha abituati, quel puzzle musicale che compone le colonne sonore dei suoi romanzi (indimenticaile Go Away Little Girl) che ci rammenta sempre che Murakami non è solo un buon narratore nè solo un narratore creativo, ma un narratore colto e a tutto tondo. Eppure, il romanzo non mi ha davvero stregata, non davvero convinta. Lusinga, accompagna, è una lettura piacevole, dai molteplici livelli di lettura, un buon modo per passare qualche ora pacifica e ritornare a questo impagabile autore. Ma io che ero abituata a suoi romanzi di ben altro spessore e ben altro valore, e io non è che abbia letto l'intera opera di Murakami, non ho potuto fare a meno di notare che After Dark è un riproporre le tematiche del sogno e della segretezza, della notte che cambia la qualità delle cose e della riscoperta di sè come centro gravitazionale nel rapporto con gli altri già presenti in Kafka sulla spiaggia (e in La ragazza dello Sputnik, ovviamente) senza raggiungerne i livelli, tematiche care all'autore e che non meritano di essere sprecate così. Bello l'aver condensato il romanzo nell'arco di una notte, bella la divisione in stralci di ore. Meno quei passaggi forzati in cui Murakami si rivolge direttamente al lettore (qui e là ci sarebbero stati, ma perchè riproporli costantemente in tutti i capitoli dedicati a Eri? alla lunga mi hanno stancata) e la poca cura dei dettagli.
Di Hellionor
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