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Recensione Marzia Pez La protagonista è Simona, una ragazza romana che decide di stabilirsi a Milano per frequentare un corso. Lei non pensa all’amore come tutte le ragazze della sua età e con la valigia, buoni propositi e tante paure si insedia nella sconosciuta città, con l’aiuto di Ludovica e alle sue amiche, simbolo di una società diversa dalla sua, una società che “sembri respiri a fatica”, fatta solo di griffe e divertimenti. Come “un disegno embrionale di un Picasso stanco e svogliato”, circondata da occhi nuovi che notano l’elemento sconosciuto, lei alza gli occhi e guarda il cielo alla ricerca di quella serenità che le dà una sicurezza momentanea. Vive le fobie iniziali che trasferisce in un sogno ricorrente: “mi trovo al centro di una stanza, o in una piazza, tutte le persone intorno a me sono vestite mentre io sono nuda. Non appena me ne accorgo, cerco di coprirmi con le mani, solo che i miei seni sono grandi e le mie mani troppo piccole. Allora provo a rifugiarmi dietro a un muro, o una parete, o altro, ma questi si dissolvono e lo sguardo delle altre persone mi spoglia…”. Ma Simona ha un carattere forte e si rimbocca le maniche; comincia col cercarsi un lavoro che le permetta di mantenersi gli studi e piano piano nota che tutto segue l’iter che lei aveva progettato fino a quando però arriva l’uragano. L’uragano si personifica in Alessandro, un giovane avvocato, del quale tutte le ragazze si innamorerebbero se non fosse per quel quid che nel corso del romanzo va a sconvolgere la normalità iniziale della storia per arrivare, tutto d’un fiato, ad un finale lontano dall’essere scontato. Un segreto sconvolge la vita di Simona imponendole una realtà anomala ma vera, che RosaMaria Crisafi Di Sosuccia
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