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Recensione Adriana Assini L’autrice Adriana Assini nel suo libro “Le rose di Cordova” edito da Scrittura e Scritture ci descrive una storia, precisamente uno spaccato della storia di Giovanna di Aragona e Castiglia detta la Pazza e di suo marito Filippo D’Asburgo detto il Bello. L’io narrante è una schiava moresca, presa come compagnia dalla principessa ancora prima del matrimonio, ribattezzata da Nura, suo nome pagano, a Francisca, cattolico. Il rapporto tra le due all’inizio è chiuso e conflittuale, Francisca sogna la sua corte prima che venisse invasa dagli spagnoli, la sua libertà, mentre Giovanna fin dalla fanciullezza dimostra un carattere anticonformista, in un ambiente tetro e chiuso, sarà così educata dalla madre ad uno stile di vita morigerato e cattolico. Parecchi saranno i contrasti tra le protagoniste, non ci sarà affetto quanto più un confronto fra due culture e linee di pensiero totalmente opposte. Nello svolgimento della storia mai una farà a meno dell’altra: dalla giovinezza, al matrimonio di Giovanna con conseguente trasferimento nelle Fiandre e il successivo ritorno in Spagna. Per questo libro potrei scendere nel particolare, descrivere ogni sussulto dell’animo tra la serva e la sua padrona, del segreto che si portano dentro l’una verso l’altra fino alla fine e dell’amore tra i due regnanti ma vi toglierei la sorpresa, l’afflato dell’ispirazione poetica che lo sorregge, poiché non ci sono parole che con una recensione possano descrivere gli animi e i sentimenti che muovono questi personaggi. È uno di quei rari libri in cui la vicenda s’intreccia con l’intimo dei personaggi, con le loro debolezze e forze, dove la Storia non è soltanto un fatto, ma una Storia creata e vissuta da persone che proprio come noi amano ed odiano.
Di Storming
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