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Recensione Valentino Rocchi

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La saggezza di Toni

Valentino Rocchi La saggezza di Toni
Valentino Rocchi La saggezza di Toni

Legato alla sua terra, alla vita delle piccole realtà prevalentemente rurali, Valentino Rocchi riesce a costruire storie che avvincono, che mantengono interessato il lettore dalla prima all’ultima pagina.


E così non c’è da stupirsi se La saggezza di Toni mi ha imposto, ossessivamente, di accelerare i tempi di lettura per giungere al termine, soddisfatto certamente, ma anche con il dispiacere che tutto fosse finito.


Ho allora preferito intraprendere una seconda rilettura per soffermarmi su parti di autentico interesse letterario. Non mi riferisco alle descrizione dei luoghi, alla caratterizzazione dei personaggi o alla capacità di ricreare atmosfere, tutte peculiarità dell’autore che ho già piacevolmente sperimentato negli altri suoi testi che ho avuto il piacere di leggere (La Magìa del Fuoco, L’eredità di Venanzio e Gli uomini di Bluma). Eppure quest’arte di far sapientemente immaginare figure, luoghi e situazioni non è certamente comune, tanto più che non è realizzata in modo lezioso, ma con progressivi aggiustamenti, talvolta anche solo con poche parole, studiate, ricercate e messe lì al momento giusto.


In realtà mi riferisco a qualche cosa d’altro, vale a dire alla tematica di questo romanzo, imperniato su due personaggi a dir poco particolari.


Toni è conosciuto dalla gente del posto come uno un po’ strano, un ragazzo che è stato in manicomio e da cui è uscito con una diagnosi di pazzia solo perché ha avuto il coraggio e la forza di reagire alle angherie di un’insegnante, senza peraltro che gli abbia torto un capello. In effetti è normalissimo, un po’ chiuso, ma perché si è proposto di tenere dentro di sé qualsiasi cosa, ogni offesa, senza mai reagire. E’ intelligente, mite e capace, eppure quel breve internamento è stato sufficiente perché il paese lo consideri come il matto. Il suo amico più fidato, Paolone, è un soggetto un po’ strambo, ma pure lui, per quanto frequentemente ricoverato nell’ospedale psichiatrico per motivi di opportunità familiare, non è un pazzo, anzi è una pasta d’uomo.


Allora, se le cose stanno così, com’è possibile definire il concetto di pazzia? Non è forse perché tutto ciò che viene compiuto in difformità delle abitudini di una comunità deve essere esecrato, bollato con il marchio infamante della malattia mentale?


Sono le domande che si pone Valentino Rocchi, delineando due protagonisti di naturale simpatia, prodigandosi a mostrarceli con gli occhi di chi è al di fuori di quell’ambiente che non li respinge, ma nemmeno li accoglie.


La sua è una fine analisi sociologica, che porta alla conclusione che il senso comune prevale su quelle che sono le opinioni dei singoli, una forza aberrante che ha la stessa potenza della maldicenza.


Eppure se ci sono due uomini degni di chiamarsi tali, in un periodo buio come gli ultimi mesi di guerra, sono proprio loro, Toni e Paolone, che vedono, avvertono, si prodigano in silenzio per aiutare chi ha bisogno. Quasi respinti dalla loro comunità, ne entrano a far parte di diritto per la capacità di andare oltre i luoghi comuni, per quella loro individualità sorda a qualsiasi chiacchiera.


La storia ha un lieto fine a metà, perché uno dei due non ce la farà a rientrare da vivo nella piccola società del borgo, ma la sua morte avrà un altissimo significato, tale da riabilitarlo agli occhi di tutti.


In questo romanzo, inoltre, c’è un’ulteriore novità, costituita dall’ingresso dell’erotismo nella tematica usuale di Rocchi. E’ un terreno pericoloso e difficile, che può portare all’ilarità e anche al disgusto, ma è proprio in questo campo che si può vedere la maturità e la capacità dell’autore.


Con Rocchi c’è prima di tutto l’amore e poi l’erotismo, ma con descrizioni di rapporti fra i veli, in cui si vede e non si vede, in cui si lascia intendere e non si dice, dove il rispetto per i protagonisti e il lettore è attuato con pudore  e non con compiacimento. La mano è sempre leggera e così chi legge può vedere come vuole, può intendere secondo il suo sentire, senza la minima forzatura e, soprattutto, con dolcezza.


La saggezza di Toni è un gran bel romanzo, uno dei migliori fra quelli che ho letto di Valentino Rocchi.    


 

Di Renzo.Montagnoli

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