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Recensione Jonathan Coe Intervista
Intervista all'autore di "Caro Bogart", domani arriva a Palermo per un "grand tour" di una settimana.
Enrico Francescani
Ha appena terminato il suo nuovo romanzo "The closet circle" "La letteratura non è in crisi"
Jonathan Coe, scrittore in viaggio "Ho finito il libro, volo in Sicilia"
LONDRA - Coe, è in partenza per la Sicilia?
"Sì, e ne ho davvero bisogno. Mi manca qualche giorno per finire il mio nuovo romanzo, The closet circle (il cerchio si chiude, ndr) , che è poi il seguito di La banda dei brocchi, pubblicato qualche anno fa. Sono alla volata finale, e non mi concedo pause. Lo consegno, faccio la valigia e via, parto per l'Italia".
Dove, però, è appena uscito un altro suo libro, "Caro Bogart", una biografia di Humphrey Bogart.
"Sì, un libro che in realtà ho scritto un decennio fa, ma che continuo ad amare molto. Mi fa molto piacere che adesso arrivi anche al pubblico italiano".
Perché un libro su un divo di Hollywood del lontano passato, come Bogart?
"Perché il cinema è uno dei miei grandi amori, e Bogart rimane un mito intramontabile, che merita di essere conosciuto ed esplorato anche dalle generazioni d'oggi".
L'altro suo grande amore, ovviamente, è la narrativa. Posso chiederla che romanzo c'è sul suo comodino?
"Al momento non ce n'è nessuno. Anzi, uno c'è: il mio manoscritto di the closet circle, con cui vivo in simbiosi ormai da anni. Quando scrivo, non ho tanto tempo per leggere altre opere. L'ultimo romanzo che ho terminato è stato Brick Lane, della giovane scrittrice anglo-pakistana Monica Alì. Molto bello, è il suo libro di esordio, della Alì sentiremo a lungo parlare".
Che cosa pensa dello stato del romanzo contemporaneo? È vero che è in crisi?
"No, non sono affatto d'accordo. Questa storia della crisi del romanzo è un motivetto ricorrente, che si ripete di tanto in tanto. Certo, il romanzo non ha più il ruolo che aveva nell'Ottocento nella prima metà del Novecento: ora ci sono tanti altri metodi creativi per esprimersi e comunicare, dal cinema alla televisione, per finire con l'ultimo nato, Internet. Ma non hanno cancellato la parola scritta. Né impediscono ai buoni scrittori di nascere. È semplicemente che un grande scrittore non nasce tutti i giorni. Bisogna avere pazienza e non parlare di crisi o fine del romanzo".
Le piace l'Italia?
"A chi non piace? È un paese fantastico. Sono felice ogni volta che ho un'occasione di visitarlo, come questa".
Buon viaggio in Sicilia, allora.
"Grazie. Finisco il mio romanzo e volo a Palermo".
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