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Recensione Halldór Laxness Discorso al banchetto del Nobel del 1955
Stavo viaggiando nel sud della Svezia qualche settimana fa, quando ho sentito voci che la scelta dell'accademia svedese poteva forse ricadere su di me. Solo nella stanza del mio hotel quella notte, cominciai naturalmente a chidermi cosa avrebbe significato per un povero vagabondo come me, uno scrittore di una della pił remote isole al mondo, essere improvvisamente scelto da una istituzione famosa per la promozione della cultura, e portato qui sul palco da un suo comando.
Non č cosģ strano forse che i miei pensieri si rivolsero - ancora adesso, non meno in questo solenne momento - a tutti i miei amici , a quelli che sono stati i miei compagni di gioventł e sono ora morti e sepolti dell'oblivio.
Anche nelle loro vite, erano conosciuti da pochi, ed oggi sono ricordati da ancora meno. Tutti loro mi hanno formato ed influenzato, fino ad oggi, il loro effetto su di me č pił grande di qualsiasi altro grande maestro al mondo. Penso a tutti quei meravigliosi uomini e donne, le persone con cui sono cresciuto.
Mio padre e mia madre, ma soprattutto, mia nonna, che mi insegno centinaia di poesie islandesi prima ancora che imparassi l'alfabeto . . .
Continua in inglese o svedese sul sito nobelprize.org
Traduzione di Beat Blue.
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