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Recensione Maddalena Lonati In Decadent Doll la protagonista, Lucrezia, è affetta da schizofrenia, e la sua malattia, che peggiora negli anni, la porta a creare dimensioni parallele nelle quali rifugiarsi allontanandosi dal mondo reale. Crea personaggi immaginari e va alla ricerca di situazioni sempre più particolari, sempre più estreme, perché incapace di accettare la realtà e la normalità della vita. Lucrezia è alla ricerca compulsiva di risposte che diano un senso alla sua esistenza, ma ogni suo tentativo fallisce. Con l’aggravarsi della malattia rifiuta sempre più i sentimenti e col tempo si trasforma nell’archetipo della Domina, diventa un essere apparentemente privo di emotività. Così anestetizzata dai sentimenti sperimenta ogni tipo di perversione e di dissolutezza solo per poterla studiare, le persone per lei divengono solo dei soggetti da osservare e catalogare nella sua ricerca antropologica. Studia se stessa e gli altri con il massimo distacco, con rigore scientifico. Grazie all’aiuto di uno psichiatra recupera lentamente il suo equilibrio ed arriva all’accettazione di sè, ma è soprattutto grazie all’aiuto di un uomo che si innamora di lei che torna a vivere. E’ un rapporto conflittuale ma stimolante, e con il suo appoggio e la sua dedizione intraprende un doloroso cammino che la porta a riappropriarsi dell’autostima. Sono molte le storie e le situazioni parallele in Decadent doll, la trama di snoda su più livelli che confluiscono tutti verso un finale imprevedibile. Decadent doll è intriso di erotismo senza mai scadere nella volgarità, di amore senza mai essere melenso, di psicologia senza essere cervellotico, di riferimenti culturali senza essere intellettualoide. Mantiene un perfetto equilibrio fra tutti questi elementi ed offre molteplici spunti di riflessione su innumerevoli argomenti. Di dom
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