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Recensione Luigi Calcerano
Fare centro sull’originale ambientazione in una scuola romana e sugli operatori scolastici che la abitano, due maestre di tempo pieno, una ambiziosa dirigente scolastica, una manciata di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario...oppure sulla pattuglia di quarantenni che fa di tutto per tornare sui banchi di scuola, oppressa da un misterioso evento, accaduto quando frequentavano la quinta elementare. Alcuni di quei bambini nella vita hanno avuto quello che si definisce il successo, un artista del fumetto, un primario neurologo un’editrice, altri si sono comunque inseriti nella società, un commissario di pubblica sicurezza, un operaio specializzato, una funzionaria della Rai, altri no, uno è diventato un barbone, un altro un sospetto avventuriero; tutti hanno dovuto convivere con una memoria che li ha segnati, tutti pian piano nel procedere della storia danno conto dei cambiamenti che li hanno mutati ma non sono riusciti a smascherarli. Tra i catalizzatori della storia due alunni ed un giostraio che fa anche il detective. Sullo sfondo non manca una realtà di carta disegnata da uno dei protagonisti, lo zingaro Gilas, improbabile Detective di carta, eroe di una fortunata serie di fumetti. Lo stile è svelto, accattivante, i colpi di scena opportuni, le sorprese continue...il divertimento assicurato; ci si potrebbe fermare qui, perché apparentemente Un delitto elementare, nella moderna ambientazione, recupera lo schema del giallo classico (omicidio / investigazione / soluzione / spiegazione), il modello del racconto basato sull'indagine poliziesca e sulla soluzione razionale di un enigma iniziale. Ci si potrebbe limitare a questo, perché gli autori sfruttando appieno la lezione dei maestri, - e ci sarebbe abbastanza per scrivere una bella recensione -, ma si farebbe torto ad un libro che non può essere definito tout court un poliziesco classico, poiché rappresenta, allo stesso tempo, anche una variante di quei gialli che Giuseppe Petronio chiamava problematici, che appartengono ad una tipologia lontanissima dal mistery! Questo essere sia un giallo classico che un giallo moderno e problematico è la caratteristica principale di Un delitto elementare. L’appassionato rispolvera con soddisfazione gli elementi che ha imparato ad apprezzare nel mistery , con in più alcuni variazioni e particolarità che trovano il modo di investire pesantemente anche il ruolo della detection, delle regole del giallo, della basilare (per i gialli) e indiscutibile lotta dei buoni contro i cattivi. In queste condizioni se la detection va a buon fine, è paradossalmente solo merito dei colpevoli che debbono sudare le proverbiali sette camicie, inventare cento trappole, osare l’inosabile per prevalere l’uno sull’altro, e sull’impenetrabilità del mistero... Se non si vogliono tradire i segreti degli autori, a questo punto si può dire solo che, nello svilupparsi della storia, .lo smacco del genere poliziesco è completo, che il giallo, come onestamente si confessa nella quarta di copertina (ma è l’unica onestà degli autori, più sleali di Agata Christie!) diventa un metagiallo, ovvero una riflessione sul giallo stesso, sulle sue intatte, rinnovate, capacità di illuminare l’attività dello scrivere e perfino, alla fine, quella di giudicare in base a principi morali. La narrazione, caratterizzata da distinte focalizzazioni, entrambe tipiche del genere, l’una esterna, in terza persona, l’altra soggettiva, in prima persona, tratteggia al lettore meno smaliziato autori che mostrano di sapere molto meno dei propri personaggi. Fino al denoument, alla risoluzione finale dell'intreccio. Nel romanzo di Calcerano & Fiori la sfida intellettuale, indissolubilmente connessa al genere, si coniuga all’altra sfida della riflessione etica, e la ricerca dell’assassino diventa non tanto l’occasione per una denuncia politica (che so, della bacata rispettabilità borghese) denuncia che rischia di mostrarsi ormai piuttosto datata, quanto la moderna analisi del marcio che si nasconde sotto la maschera di rispettabili pre-giudizi morali. L’indagine degli investigatori ufficiali o di complemento è fallace proprio perché basata su dati di fatto superficialmente valutati, colpevolmente travisati...e su giudizi prematuri, cioè parziali e basati su argomenti insufficienti, che non possono bastare per scoprire chi ha ucciso o svelare la colpevolezza, o addirittura il Male. Il misterioso evento del passato non fa eccezione, tutti credono di conoscerlo anche se lo tengono segreto, e quel mantenerlo segreto è il modo migliore per mantenerlo un mistero e farlo diventare l’occasione per compiere nuovi delitti. Per questo non è facile scrivere una recensione per Un delitto elementare. Perché è necessario tenere accuratamente celato l’assassino ed il finale...eppure parlarne. Specie nei gialli classici il finale è il momento forte della narrazione, il clou della storia, qui non si fa eccezione, anzi! Nel romanzo la storia accelera il ritmo, lentamente ma continuamente, per poi impegnarsi in una sconvolgente corsa verso l'epilogo. Il finale è la scommessa di Calcerano & Fiori con il lettore. E non solo perché, come è necessario, debbono risolvere i conflitti presentati dai personaggi, sciogliere le tensioni, fugare i dubbi, risolvere le questioni. mantenere la coerenza, rispettare le premesse, trovare una risposta ad ogni domanda. E’ così che devono essere i finali. In Un delitto elementare il finale per il lettore è l’unico momento in cui viene a conoscere la verità degli autori. Diremo solo che questo finale, invece di chiudere, allarga la prospettiva della storia, alza una cortina per tutta la narrazione abbassata a coprire i fatti ed i giudizi, svela una realtà amara che fino ad allora era stata appena abbozzata o suggerita. Una realtà per cui, parafrasando Voltaire, si potrebbe affermare che è meglio salvare un colpevole piuttosto che lasciarne libero un altro, o meglio, non riuscire a svelarne un altro. Un delitto elementare – Sovera multimedia - Roma 2008 Di luigi
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