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Recensione Milena Agus

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Mentre dorme il pescecane

Milena Agus Mentre dorme il pescecane
Milena Agus Mentre dorme il pescecane

Piace per l’immediatezza e la freschezza del linguaggio, i ritratti dei personaggi, soprattutto della madre, timida e ingenua, sempre inadeguata, che contrasta con il padre anarchico e distante, inafferrabile ancor prima di partire… Tra questi e gli altri personaggi fortemente caratterizzati, vi è la voce “bambina” della protagonista che, con "ingenuità" fa emergere, e un po’ spiazza, la sua distruttiva perversione, scambiata per amore o forse davvero l’unica forma di amore che sa riconoscere. L’autopunizione della protagonista (forse di tutto il genere femminile per la scrittrice?) è esasperata ma esce così “innocentemente” da quella voce (scrive talvolta tutto d’un fiato come fanno i bambini quando raccontano le loro incredibili imprese, senza quasi respirare..) da essere nel contempo sconvolgente e grottesca: vien da commuoversi ridendoci su (se fosse possibile….ma sì a volte è anche possibile)............Come in altri libri della scrittrice, incontriamo sempre una figura d’uomo salvifica, che non è il padre purtroppo, ma quell’amico che zia vorrebbe come fidanzato: emerge quando non ci si aspetta di trovarlo, nei momenti di sconforto totale, quando la disperazione è ad un bivio e occorre almeno sopravvivere… Ritornando alla figura del padre, appare abbastanza credibile, almeno in questo libro, e si è costretti, per volontà della protagonista, a perdonarlo, nonostante l'evidente indifferenza nei confronti della famiglia, camuffata da fatalismo (anche viceversa però) e il “suo dio” di cui non si comprende la logica. Dopo una serie di vicissitudini grottesche e disperate di ciascun personaggio, – quasi mai a buon fine perché il mal d’amore pare incurabile (ma solo per le donne...) - il racconto termina con un ritrovato equilibrio e disposizione al perdono anche nei confronti di un amore “malato”…un giusto finale per una ragazzina sofferente e chissà morente (!?). Personalmente, non so se perdonare alla scrittrice questa “buona disposizione d’animo”alla fine, nel dubbio non posso che commuovermi, come sicuramente si son commossi molti altri lettori. Per giorni, dopo aver terminato il libro, riecheggia nella mente la voce "bambina" regalandoci una sensazione davvero rara per un libro.

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