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Recensione Enzo Quarto Quando nella solitudine dei miei pensieri rifletto sulla vanità del mondo e sul grande significato delle piccole cose, adoro farmi cullare oltre che dalla musica più amata anche da un libro di poesie. In questi ultimi mesi ho avuto tra le mani, assaporandolo, giorno dopo giorno con piccoli e furtivi morsi, quello scritto di recente dal giornalista Rai, poeta e scrittore tarantino Enzo Quarto e sapientemente illustrato dalle leggere quanto profonde pennellate di un artista di straordinaria levatura qual è il Maestro barese Michele Damiani. Il libro di poesie s’intitola “E venne il tempo delle ortensie” ed è edito dalla Di Marsico Libri di Modugno (Ba). Il suddetto lavoro gode dell’autorevole e amichevole prefazione di Raffaele Nigro. Chi scrive non è critico letterario, né si occupa di arti figurative; la sua Musa prediletta è infatti Euterpe; eppure proprio leggendo e rileggendo questo prelibato ed elegante “sillabario dei sensi”, come giustamente lo chiama Nigro nell’introduzione, ha scoperto quanto la poesia sappia e possa comunicare ad un’anima afflitta dalle preoccupazioni della vita e immersa nelle problematiche quotidiane, anche solo un breve, magico soffio di certezze e un barlume di speranza per l’insondabile mistero del domani. Enzo Quarto e Michele Damiani attraverso un percorso armonioso che fa della malinconia, della nostalgia e dell’amore inossidabile per un paradiso perduto e testardamente da riconquistare le tonalità di riferimento, ci regalano con questo prezioso “spartito a quattro mani” l’emozione di sentirci (almeno) loro indegni compagni di viaggio. E non è poco. Di alexrom
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