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Recensione Melissa P. Cento colpi di spazzola prima di
Sinceramente, nonostante le critiche, alla fine ho deciso di leggerlo. E non per aderire ad una moda, semplicemente per curiosità.
Ho trovato molta banalità, specialmente all'inizio, molto vuoto in una narraziona così infantile da lasciare perplessi, in un modo di raccontare le cose che, tuttavia (e qui non credo ai miei occhi a rileggermi) non mi ha disturbata. O meglio, mi ha disturbato allo stesso modo in cui mi disturba il modo di scrivere e trascrivere sui diari, sui racconti, sui blog delle ragazzine, a sedici anni. Un misto di poetica letteratura copiata e ascoltata sui banchi e sprazzi di tenera sincerità. E' un libro scritto nel modo in cui lo scriverebbe una sedicenne. Ad elevarlo, rispetto ad opere adolescenziali, è la poca pretesa che traspare dall'averlo lasciato in forma di diario.
Ed è interessante notare come, in tutto il percorso del libro, si avverta, anche nel modo di scrivere, una maturazione interiore. O forse maturazione non è il termine esatto. Si sente che lo stile si alleggerisce, che qualcosa si libera degli artifizi che tanto piacciono alle ragazzine per approdare in qualcosa di più vero.
E forse sembrerà incredibilmente costruita la parte conclusiva, con il suo tenero amore, le sue frasi sdolcinate, che possono esser vere come dette per ipocrisia. Ma vi posso assicurare che è così che ci si sente dopo che noi ragazze, o molte di noi, ci facciamo del male per tanto tempo. E approdiamo nell'unico uomo sulla terra che sa dirci la cosa giusta al momento giusto. E mi è sembrato di leggere di me e del mio ragazzo, nelle ultime, toccanti e (uniche) sincere pagine di diario di Melissa. Mi ha ricordato l'ingenuo stupore, incontrando l'amore per la prima volta, la sciocca tenerezza e la dolcezza che si sostituisce alla malizia, alla disperata ricerca di un corpo che sostituisca le mani, i sogni, le fantasie. E così si impara (perdonate il gioco di parole) ad imparare dalla vita anche le cose belle, a non mutuarle sempre e solo dalla tv, dai racconti, dalle confidenze altrui, dai disegni mentali che ci facciamo durante la notte.
Dopotutto, premio questo libro con un "Bello", nonostante sia consapevole del fatto che non è e non sarà mai un capolavoro di letteratura, che non rende giustizia all'universo letterario che si crea intorno a storie di questo genere.
Ma occorre apprezzare quel poco di buono e poetico che racchiude fra le pagine, una volta tanto.
Di Hellionor
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