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Recensione Jaime Miranda Non sono qui per farmi degli ami
Già dal titolo il lettore si rende conto che non stà per leggere la solita storia.
Per non parlare della copertina: sullo sfondo una cartinata ed, posta in evidenza, una poltrona da ufficio su cui è comodamente sgonfiato un fax-simile d'impiegato!!
Lo tastai per bene fra le mani prima di sfogliarlo. M'incuriosiva. La breve recensione proposta sul retro mi anticipava che non avrei letto nulla riguardo al "mio" mondo, bensì mi sarei fatta una cultura circa la telematica ed i progetti aziendali, insomma tutta roba di computer da me volutamente schivata.
Nel frastuono della quotidianità contemporanea la telematica è al centro, per me, donna di penna, non proprio.
Devo ammettere di averlo letto con animo prevenuto, insieme alla lettura di un altro libro, perchè la leggerezza e l'allegria che sprigiona allieta la giornata e diventa complementare al grigiore della routine.
Direi che è un toccasana, la risata giornaliera che ti dà la carica, lo cioccolattino che assapori dopo una litigata col tuo capo.
A me è piaciuto lo stile limpido e fresco con cui scorre. L'autore sembra un oratore logorroico che non si stanca mai di narrare. La storia è intervallata da "frasi-barzellette", purtroppo di vita reale, che non sono altro che l'ironia su fatti e comportamenti veri di uomini e donne di tutti i tempi, con la differenza che qui si parla d'impiegati informatici.
Ne consiglio la lettura ai ragazzi studenti di materie scientifiche, a tutti gli impiegati, compresi quelli in pensione, potranno riconoscere colleghi e datori di lavoro, ma soprattutto se stessi e le loro manie.
Di Stella Cadente
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