Scrittori presenti: 21052
Menu
|
|
Recensione Giuseppe Montesano A capofitto
Un viaggio orwelliano tra i maiali de gli animali della fattoria e il grande occhio di 1984.
Montesano attraversa una città sporca nell'anima, insulsa nei gesti e nella quotidianità, infinitamente spavalda e sadica.
Gombro, il protagonista, il poeta del capolavoro comunitario, si scioglie in vicoli e cunicoli, sotterranei e attici, in un saliscendi frenetico, disegnando sesso, voglie e conformismo ad ogni passaggio, accompagnato ora da Amelek e Bango, un nero e un nano dai caratteri cupi e impercettibili, ora da Lamiento e Cetero, gli amici della condivisione: una simbiosi.
La parola d'ordine sembra essere il caos, ma tutto è regolato dal modus vivendi del protagonista, manipolato in egual modo dall'anarchia e dalla maleducazione di Pappos, personaggio fatto di gregari e pavido nelle ossa e dalla filosofia della nullità di Bocco che, forte di un'accozzaglia di tentacoli incollati alle speranze e ai sogni di tutti trascina Gombro in una girandola di reali assurdità ideologiche.
Un finale col botto, un evento di cronaca funesto, un brivido della terra in cui i tre amici avevano riposto l’ultima , flebile speranza di estirpare una mentalità, ahimé, ancora radicata, culturale e soffocante, per una città viva al di sotto e al di sopra di se stessa.
In mezzo?
Il limbo per il mondo che la osserva: da rimanerci sempre e comunque a bocca aperta.
Di giopard
Ti piace la scrittura creativa, la poesia e parlare di letteratura? Perche' non vieni sul forum di zam per incontrare nuovi amici con la tua passione!
|
|
Ora puoi inserire le news di zam.it sul tuo sito. Pubblica le news
|