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Recensione Anselmo Palini

Anselmo Palini

Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni

Premio Capri San Michele 2006 sezione Giovani

Nei mesi scorsi è stato pubblicato per l’editrice Ave di Roma l’ultimo libro del bresciano Anselmo Palini intitolato “Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni” con prefazione di Franco Cardini.
Come ha scritto tempo fa Claudio Magris sul Corriere della Sera, “oggi si sente la necessità di scelte operate secondo coscienza, di persone capaci, nelle più svariate circostanze, piccole o grandi, di dire no. Questo monosillabo è una delle più belle, forti e poetiche parole del vocabolario: è con un no, con una contestazione dell’esistente, con un rifiuto della realtà del momento – la quale pretende sempre di essere l’unica possibile e la migliore – che inizia ogni valore” (8 aprile 1990).
Questo libro di Anselmo Palini intende proprio proporre un percorso storico con la presentazione di figure esemplari, alcune delle quali pressoché sconosciute, che, in circostanze e situazioni spesso drammatiche, hanno saputo dire no alle pretese del potere, anteponendo le ragioni della coscienza perfino a quelle della sopravvivenza.
Il filo rosso che unisce tutti i personaggi qui presentati è la fedeltà a dei valori e a degli ideali, a dei principi morali assoluti, non negoziabili, che, in un certo momento storico, sono stati ritenuti superiori alle leggi dello Stato.
Accanto a personaggi realmente esistiti – Socrate, Massimiliano di Tebessa, Tommaso Moro, Pavel Florenskij, Franz Jägerstätter, gli studenti della Rosa Bianca e il loro professore Kurt Huber - vi è la figura di Antigone, ossia una creazione letteraria. La presenza di questa protagonista dell’omonima tragedia di Sofocle è dovuta al fatto che in Antigone, per la prima volta nella storia della letteratura, si pone il problema del contrasto fra la legge dello Stato e “le leggi degli dèi”, ossia delle norme sentite come superiori. Dal V secolo a. C. in poi, Antigone ha così incarnato l’idea del diritto naturale, che gli antichi chiamavano legge non scritta, una legge eterna, che nessuno aveva mai letto in un codice, ma che tuttavia si poneva come inviolabile. Antigone obbedisce a quella che ancora non chiama la sua coscienza, ma che ad essa assomiglia molto.
Tutti i personaggi di cui parla Anselmo Palini in questo suo nuovo libro hanno pagato con la vita le proprie scelte e la fedeltà a delle “leggi eterne e immutabili”, quelle che per noi oggi risiedono in quel luogo sacro che è la coscienza individuale.
Il presente testo intende essere preciso e rigoroso, ma non specialistico, ossia non per i soli addetti ai lavori. Ha dunque un carattere divulgativo, in quanto l’obiettivo è quello di permettere a tutti gli interessati di avvicinarsi alle tematiche e ai personaggi qui presentati. Le numerose note che vengono riportate hanno proprio questo scopo: fare in modo che le ricostruzioni biografiche, la contestualizzazione storica e i brani antologici possano essere comprensibili ed accessibili a tutti.
Tutti i personaggi di cui qui si parla pongono un problema ben preciso: il rapporto fra la coscienza e il potere, fra il diritto dello Stato e una norma superiore e definitiva che non ammette eccezioni. Utilizzando le categorie del cristianesimo, il dilemma che si pone è fra ciò che spetta a Dio e a Cesare. Questo problema cessa di essere una disquisizione filosofica e si pone in termini drammaticamente esistenziali quando ci si trova di fronte ad una legge che in coscienza viene ritenuta illegale. “Era chiaro, scrive Tommaso Moro alla figlia Margaret, che giurare era contrario alla mia coscienza” e che “il mio dovere era di non obbedire al mio principe” .
Per superare questo conflitto di coscienza gli Stati oggi prevedono, in certe particolari situazioni, la possibilità dell’obiezione di coscienza: è il caso ad esempio del servizio militare e dell’aborto. Anche la Chiesa oggi afferma la possibilità, o meglio, la doverosità, di disobbedire a delle leggi ingiuste. E’ scritto infatti nel Catechismo della Chiesa cattolica, al n. 2242: “Il cittadino è obbligato in coscienza a non seguire le prescrizioni delle autorità civili quando tali precetti sono contrari alle esigenze dell’ordine morale, ai diritti fondamentali delle persone o agli insegnamenti del Vangelo. Il rifiuto d’obbedienza alle autorità civili, quando le loro richieste contrastano con quelle della retta coscienza, trova la sua giustificazione nella distinzione fra il servizio di Dio e il servizio della comunità politica”.
Nel passato questa possibilità non era ammessa: gli Stati e le Chiese esortavano sempre all’obbedienza.
I personaggi qui presentati sono dunque a loro modo dei profeti, in quanto hanno anticipato l’idea che in certe gravi situazioni bisogna obbedire alla coscienza, poiché, come ha detto il Presidente della Germania Federale, Richard von Weizsacker, il 13 febbraio 1993 commemorando a Monaco il sacrificio della Rosa Bianca, “ognuno è responsabile per ciò che fa e per ciò che lascia fare”.
Questo libro ci parla dunque, come ha scritto nella prefazione il prof. Franco Cardini, “dell’esemplarità delle scelte di chi persegue una coerenza assoluta rispetto a se stesso: di chi non si arresta a quel ‘necessario e sufficiente’ che ordinariamente ci viene richiesto e sul quale fondiamo di solito la nostra etica comportamentale di persone oneste e, quando si è credenti, di bravi cristiani”.
Nelle scorse settimane per questo suo libro Anselmo Palini ha ricevuto, dalle mani del prof. Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica, e del prof. Franco Casavola, già presidente della Corte Costituzionale, il premio “Capri san Michele 2006” per la sezione riguardante i libri particolarmente indicati per i giovani.

Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni,
editrice Ave, Roma ottobre 2005, pp. 304, euro 13,00
prefazione di Franco Cardini


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