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Recensione Yoko Ogawa L'anulare
Un inquietante horror orientale
Incontriamo un horror veramente inquietante, per la penna di Ogawa Yoko – considerata una delle “ragazze terribili” della nuova letteratura giapponese, vincitrice dei più ambiti premi nel suo Paese, ormai sulla cresta dell’onda col suo ultimo L’Anulare (pp.103, euro 9), un libro di breve respiro, ma che inchioda il lettore alla pagina, invischiandolo dentro l’elusiva ragnatela di malate ossessioni. Qui incontriamo una ragazza che ha subito una piccola mutilazione all’anulare, lavorando in una fabbrica di gazzose, da cui si licenzia per entrare nel laboratorio dell’enigmatico signor Deshimaru dove si preparano esemplari di qualsiasi oggetto che i clienti propongano con lo scopo di separarsi definitivamente da ciò che hanno perduto. Inutile sottolineare come sia surreale il clima e l’argomento, seppur trattato con una prosa di ingannevole semplicità, e proprio qui sta il grande pregio dell’autrice che ci trasferisce con sfrontata disinvoltura dentro un mondo feticistico in cui la donna sembra conservare il suo cortese asservimento al maschio (la giovane mutilata, verso il misterioso datore di lavoro di cui si è innamorata), contrapposto nel contempo, all’apparente sottomissione della protagonista che vedremo perseguire alla fine la propria scelta, come è bene che sia, in un horror, tanto sorprendente per noi occidentali.
Grazia Giordani
Di Grazia
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