Recensione Josè Monti L'adottato
“una piccola e buffa storia tra realtà e fantasia” di
José Monti www.josemonti.it …
Nicola Pesce Editore
E se un giorno ci accorgessimo di non far parte di nessun
gruppo, di nessuna compagnia… ? Credo che sia andata
proprio così, vuoi per gioco, vuoi per casualità della
vita mia che, ecco un “giorno” in cui mi persi nella
“notte”, scoprii che alla fine… …c’è un po’
del “noi” in ognuno di noi…
Joz’
Questo è un testo quasi polifonico, perché intorno al
protagonista ed alla sua storia si intrecciano altri
personaggi, molti dei quali sono stati realmente presi dalla
vita di strada e non solo di strada, ma anche dalla
quotidiana normalità dal giovane autore Josè Monti e poi
trasportati su carta sotto forma di personaggi da favola.
Nel testo, si mescolano svariate voci, diverse idee e
ideologie e tutto questo è narrato con una molteplicità
di linguaggi che si compongono in una storia che si fa
unitaria.
In fondo è “una” storia, una favola e un “romanzo di
formazione” fatto di frammenti in un’epoca in cui la
vita appare frammentata. I disegni in stile UNDERGROUND, i
testi poetici, i personaggi, fino alla scansione in scene ed
atti più che in capitoli, tutto compone una visione
onirica che è significante dell’esperienza reale. La
“cicogna vagabonda” che abbandona i neonati dove capita
è una visione della vita in cui si suggerisce la
temporaneità dei legami come forma di giustizia
distributiva, “l’adozione” quasi rovesciata
(l’ADOTTATO sceglie quando e da chi farsi adottare
temporaneamente) come forma di riscatto individuale senza
passare attraverso la ribellione o la svalutazione di ciò
che di volta in volta viene lasciato.
La temporaneità “tema chiave del romanzo” è anche
una scelta per sfuggire al dolore, al vuoto interiore, alla
desolazione esteriore, alla ripetitività dell’esistenza,
all’abbandono del destino. La forma onirica del racconto
toglie la possibilità di ancorarsi al reale, al
descrittivo, per lasciarsi sfiorare dalla commozione e
liquidare come “patetico” il testo e l’esperienza di
vita che racconta. La descrizione qui è percezione, tutto
è connotazione.
José Monti certamente racconta qualcosa di sé, della
vita di strada che ha conosciuto e che i personaggi della
sua favola gli hanno fatto conoscere… Ricordiamoci che lo
spunto di varie realtà all’interno del testo, provengono
dal mondo underground dei free party…
…L’autore è riuscito a trasgredire talmente tanto il
testo da far si che esso stesso si trasgredisse
automaticamente tanto da essere accettato anche sui banchi
di scuola…
Di certo, Josè Monti o come lo chiamano un po’ tutti,
Joz’, ci parla del rapporto “liberatorio” con la sua
attuale famiglia adottiva, ma ci racconta anche di come
percepiamo oggi la realtà che ci circonda e di come
“educando” trasmettiamo questa percezione, o di come
degeneri la nostra percezione quando diventa fissa e si
sovrappone al mondo.
È un libro questo che parla di ciò che cerchiamo, di
come gli incontri che facciamo modifichino la nostra
ricerca, di come i sentimenti che vengono suscitati in noi
possano risolversi in “legami deboli”, più efficaci e
rispettosi dell’individuo che cresce dei cosiddetti
“valori forti”. Di forte c’è solo una cosa, la
determinazione a vivere una vita propria attraverso tutte le
appartenenze prima necessarie, poi volontarie, mai
sostitutive.
Di Silvano Bressanin (Gazzettino di Venezia)
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