Recensione Georges Simenon Il Presidente
di Georges Simenon (Adelphi)
QUEL PRESIDENTE SOMIGLIA A CLEMENCEAU
Sarebbe simpatico poter rivedere il film di Henry Verneuil in cui Jean Gabin interpreta la parte del Président, poiché non abbiamo dubbi sull’aderenza del grande attore francese nel dar vita a un personaggio problematico come Il Presidente (pp.156, euro 16), uscito dalla penna di Georges Simenon nel 1957, che Adelphi ci propone tradotto da Luciana Cisbani.
Anche se Simenon ha sempre negata la fonte della sua ispirazione, i maliziosi sono propensi a smentirlo, viste le innegabili somiglianze con la figura di Clemenceau. Qui incontriamo un uomo politico che, raggiunta la vecchiaia, è percorso dal dualismo tra i ricordi di un passato di grande potere e la stasi del presente con le sue giornate piatte, senza emozioni, con la sola prospettiva della morte. Ottantaduenne, l’ex presidente del consiglio, artefice dei destini francesi, è ormai messo in disparte, se ne sta in panchina a passare i suoi giorni noiosi sulla costa normanna, agli Ebergues. Ad assisterlo ha una piccola coorte di “cani da guardia”, ovvero tre medici, un’infermiera, una segretaria, una cuoca, una domestica e un autista. Eppure, questo severo Augustin simenoniano non è così innocuo ed asettico come potrebbe apparire, poiché sta scrivendo le sue memorie, pericolose per molti suoi contemporanei. La Francia, proprio ora non avrebbe bisogno di scandali e di rivelazioni sconvolgenti; il Presidente della Repubblica ha dato incarico a Philippe Chalamont di formare un governo di larga coalizione. Chalamont è un personaggio ambiguo, un tempo un protetto di Augustin, poi destituito con l’accusa di alto tradimento e la costrizione a firmare un mea culpa nero su bianco. In tal modo, il politico in quiescenza potrebbe ora distruggere quello rampante, sulla cresta dell’onda, estraendo quel terribile documento. Ma lo farà? Preferiamo lasciarlo scoprire al lettore, incuriosito soprattutto dalle contraddizioni di questo personaggio che ritrova un’ illusione controversa di potere, come se la Storia non l’avesse del tutto dimenticato.
Grazia Giordani
Di Grazia
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