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Recensione Yasmina Khadra Cugina K
Cugina K è senza dubbio un capolavoro. Khadra in questo brevissimo romanzo fa sfoggio di una prosa dura, aspra, tesissima.
La storia narrata può sembrare semplice, all’inizio addirittura scontata. Ma non è così.
Seguendo le vicende dell’anonimo protagonista, ci si ritrova in una solitudine implacabile, fatta di silenzi e dolorosi sguardi; con lui ci perdiamo in un’esistenza di abbandono, dove l’Altro non esiste in quanto altro, ma in quanto se stesso…
Cugina K potrebbe perfino non sembrare un noir: a prima vista, infatti, lo definiresti solo un romanzo psicologico, una tragedia ben congegnata dove un uomo racconta la sua solitudine. Ma pure stavolta non è così. Khadra è un maestro nello svolgere la matassa del tempo: con lui tutto avviene in maniera perfetta, teatrale, e, quando meno te lo aspetti, il grido di dolore del protagonista diventa anche il tuo grido di dolore, la sua percezione del mondo - via via più allucinata - diventa anche la tua percezione del mondo. A questo punto non hai più scampo: il tuo respiro si ritrova imprigionato nelle ombre che pervadono la sua mente e il suo cuore, e in breve la tua esistenza diventa un’esistenza priva di amore dove urlare la tua angoscia non serve a nulla, perché neppure il silenzio può fare da eco al tuo grido di dolore.
Ecco, quindi, che dobbiamo ricrederci: Cugina K non è soltanto un romanzo psicologico, no. Cugina K è molto di più: Cugina K è un romanzo psicologico, è una tragedia classica ed è un noir; un noir perfetto, dove violenza e solitudine esplodono improvvisamente con una ferocia che non ha eguali.
Mentre lo leggerete sentirete incombere su di voi gli spettri del tragico passato del protagonista, rivivrete le sue personali paure - che, per altro, sono anche le nostre paure: chi di noi non teme di rimanere da solo, di essere ignorato dal mondo, di non fare esperienza dell’amore?
Mentre leggerete Cugina K sentirete crescere nel vostro animo un disagio e un’inquietudine sempre più grandi e, spaventati, vi chiederete se anche voi - qualora foste stati nei panni del protagonista - avreste fatto lo stesso.
Il finale vi lascerà agghiacciati. “No, non è possibile!”, urlerete.
Buona Vita e buona lettura!
[nm]
Di nevio
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