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Recensione Chiara Simonetti Contraddanza
" Non sorrideva mai...Ogni suo gesto era freddo, distante e intriso di disprezzo, a parte quel suo affaticato zoppicare. Quando entrava in classe ci irrigidavamo come pali, sbagliavamo i passi e mancavamo il tempo...la guardavamo con il fiato sospeso. Posava lentamente le mani sul suo bastone dal manico d'argento, una sull'altra, e ordinava con voce chioccia:diagonali"
Sudore, dolore, sangue e il pensiero fisso: se davvero mi impegno ce la farò. Provare e riprovare, cadere e rialzarsi, trangugiare sconfitte e umiliazioni per raggiungere, un giorno, la perfezione: questa è la danza classica. Un mondo asfittico, rigido, formale che schiaccia la personalitàdi chi lo attraversa nel tentativo di plasmare creature perfette, inavvicinabili, sacerdotesse devote di un'arte spietata, che non ammette debolezze. Il bastone della "signora" che colpisce ritmicamente il pavimento della sala prove è una musica ipnotica, un binario da seguire senza scampo, che terrorizza e sconforta allo stesso tempo. Che ti da l'illusione di sapere chi sei e che cosa vuoi. Leggendo Contraddanza puoi udire questo ritmo, sentire l'odore della pece in cui strofini le scarpette, vedere la tua immagine riflessa nello specchio. Vivere un'esperienza privata e insieme ricordare sottopelle l'inquietudine degli anni di piombo in Italia, che emergono dallo sfondo con la naturalezza e l'orrore tipici della quotidianità. E' un elegante romanzo d'esordio, dalla scrittura serrata e sicura, che descrive in modo vivido i desideri, le ansie e i conflitti di una ragazza alla ricerca di sé.
La disciplina, la passione, i sogni di una ragazza che ama la danza, ma anche la vita. Sullo sfondo dell'Italia inquieta degli anni Sessanta, la storia intensa e vibrante di una ribellione: il diritto e la rabbia di essere sè stessi, senza paura.
"Ballai lungo il pavimento di selciato, spostandomi di lato dove c'era ol'erba curata dal custode della banca del piano terra. Pensai, per un attimo, che ci fosse nascosta da qualche parte una telecamera, ma il pensiero di essere osservata per una volta non mi disturbò. Correvo e giravo, in un turbine di movimenti legati senza incertezze o ripensamenti."
Di milb88
Di milb88
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