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Recensione Esattamente come altri suoi predecessori (Eliade, un nome per tutti gli altri), Gipsy Eagle, uno sciamano italiano con una lunga esperienza presso i Lakota, affronta l'arduo quanto rischioso terreno delle droghe e del loro studio. Per droghe intendo le piante psicotrope che la Natura mette a disposizione dell'uomo per entrare in stati alterati di coscienza. Queste piante, come molti antropologi illustri - i cui studi vanno di pari passo a quelli di eminenti medici e chimici - hanno già dimostrato, sono in grado di alleviare gli aspetti più gravosi dell'esistenza e di mettere in contatto l'umano col sacro, con l'Universo tutto e col divino. Questo libro di Gipsy Eagle è quindi tutt'altro che il solito libretto scandalistico che rende onore alle droghe cadendo in luoghi comuni o nel banale desiderio di far scalpore. Si tratta, invece, di uno studio approfondito delle piante psicogene, del loro utilizzo e dei loro effetti. Il tutto avviene, però, sulla scia di un'esplorazione vera e propria delle origini e della storia dell'utilizzo di queste "droghe": stupendo e davvero emozionante il capitolo sui Misteri di Eleusi, ma anche avvincente e ben raccontata la "storia infinita" del chimico che scoprì per primo l'LSD, ne studiò un possibile utilizzo in medicina ma, a causa di uno psicologo un po' troppo "sulle righe" del '68, si vide affossare le sue ricerche nel dimenticatoio e in situazioni scottanti e davvero poco gradevoli. Di stregaceltica
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