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Recensione Benjamin Zephaniah Gangsta Rap
E' appena uscita in libreria la versione italiana dell'ultimo romanzo di Benjamin Zephaniah dal titolo "Gangsta Rap".
Gangsta Rap è ambientato nel mondo della musica rap. È la storia di Ray, Prem e Tyrone, tre amici della East London accomunati dalla passione per questo tipo di musica che, dopo essersi fatti espellere da scuola, vengono inseriti in un programma sociale che permette loro di completare comunque gli studi ma affiancandoli ad un progetto musicale. Emerge però una rivalità con un’altra band, i Wester Alliance, che dominano nelle strade della West London. Nascono da questa inimicizia una serie di episodi di violenza che sfociano in due omicidi. Il secondo è quello di Yinka, la ragazza di Ray, che per desiderio di vendetta decide di acquistare una pistola per utilizzarla contro i Wester Alliance, trasformandosi così in un gangster. Una serie di telefonate anonime fomentano la rivalità fra i due gruppi, fino alla scoperta che tutti quanti sono stati vittime di qualcuno che aveva interesse a che tali scontri avvenissero. È con un inno alla pace ed al dialogo e con la condanna di potenti che sfruttano le guerre per trarre profitto economico non curandosi della violenza e delle morti che provocano, che il romanzo si conclude.
Per chi non conoscesse ancora Benjamin Zephaniah, eccone una breve biografia:
Poeta, romanziere e musicista, Benjamin Zephaniah è nato a Birmingham il 15 aprile 1958. Cresciuto in Jamaica e ritornato a Birmingham, ha abbandonato la scuola a 14 anni (ma è stato insignito delle lauree Honoris Causa in Arts and Humanities dall'Università di North London nel 1998, in lettere dall’Università di Central England nel 1999 e da quella dello Staffordshire nel 2002, mentre più di recente gli sono state assegnate quelle dalla London South Bank University, dalla
Università di Exeter e dall'Università di Westminster). Dal 1979 vive nella zona est di Londra: quella più multirazziale, dove si mescolano indiani, giamaicani, somali e altre cento comunità. Parla, recita e scrive in una lingua che mescola il gergo di strada londinese con quello della lontana Kingston: “A volte – sorride – gli stessi bianchi inglesi, quando mi ascoltano, hanno bisogno della traduzione”. Eppure
sa comunicare, eccome: la BBC lo invita continuamente a recitare i suoi versi in tv e alla radio, è arrivato a un passo dalla cattedra a Oxford e dalla nomina a poeta laureato. Non fa male, per uno che ha alle spalle un’infanzia di problemi scolastici, riformatorio e un'esperienza in prigione. Dal carcere uscì a ventidue anni, attivista convinto contro le discriminazioni razziali, con l’idea fissa di diventare poeta.
“Volevo scrivere per la gente come me – spiega – gente che di solito non legge libri, perché se ha qualche soldo pensa prima a comprarsi qualcosa da mangiare. La poesia non l’ho scoperta, ce l’avevo già in casa. Mia madre, giamaicana, ripeteva a memoria lunghe favole e storie del suo paese, quelle che aveva sentito dalla nonna. Anche se doveva elencare gli ingredienti di una ricetta, li diceva in rima. Così ho respirato la tradizione orale caraibica fin da piccolo”. Il primo libro di
poesie, Pen Rhythm, Zephaniah lo pubblicò a ventidue anni (1980). “Vendette bene, fu un piccolo best-seller, ma mi accorsi che nel mio quartiere non l’aveva letto nessuno. Così ho capito che la poesia sulla carta ha meno forza, bisogna portarla al pubblico, recitarla. Nelle chiese o nei centri civici, nei pub o negli auditorium, non importa”.
Benjamin Zephaniah rema decisamente controcorrente: nel 2003, insignito dalla
Regina Elisabetta dell’Order of the British Empire, ha rifiutato l’onorificenza affermando: “l’Impero mi ricorda la schiavitù, centinaia di anni di brutalità, mi ricorda che i miei antenati furono razziati e brutalizzati…”
Sul tema della discriminazione il poeta-rapper ha scritto anche tre romanzi. Oltre a Gangsta Rap (2004), Face, (1999, ed it. Al di là del volto, 2001 E/L), e Refugee Boy (2001, in corso di traduzione per Mondadori). Molte le raccolte di poesie pubblicate: Too Black, Too Strong, City Psalms, Love Poems, Propa Propaganda, Inna Liverpool, School’s Out: Poems Not For School, Talking Turkeys, Funky Chickens, We Are Britain!, The Little Book of Vegan Poems.
Fra gli album musicali apparsi segnaliamo Naked (con la partecipazione di Howard Jones, Aref Durvesh, Rupert Heaven, Mike Cahen, Jamie West-Oram, Jean Alain Rousell, Rick Smith, Dennis Bovell & Trevor Morais), Belly of De Beast, Back to Roots, Rasta, mentre numerosissima è la sua discografia di singoli.
Zephaniah è anche autore televisivo e radiofonico.Il suo primo lavoro televisivo, Dread Poets Society, venne immediatamente selezionato dalla BBC nel 1991, mentre con Hurricane Dub ha vinto lo Young Playwrights Festival Award della BBC nel 1998. Con il programma radiofonico Listen to Your Parents, ha vinto il Commission for Racial Equality Race in the Media Radio Drama Award nel 2002.
Collabora, infine, con «The Guardian», occupandosi di temi legati ai giovani, all’immigrazione e scrivendo spesso articoli di critica musicale.
In occasione dell'uscita del libro in Italia, Benjamin Zephaniah è stato intervistato da Tiziana Lo Porto per Repubblica. Ecco cosa ha dichiarato:
Si potrebbe parlare di una riuscita rilettura di West Side Story, in cui a sfidarsi sono gang di giovani neri della East London, su una colonna sonora interamente rap. Si potrebbe dire del talento narrativo di Benjamin Zephaniah, poeta dub, musicista e romanziere di origini giamaicane e londinese d'adozione (dell'East London per l'esattezza). Ma il cuore di Gangsta Rap, romanzo finalista lo scorso anno al Manchester Book Award che esce in questi giorni in Italia (e sarà presto seguito da Refugee Boy, in uscita per Mondadori) sta soprattutto nel senso di realtà che traspare da ogni testo di Zephaniah, romanzo, poesia o canzone che sia. "Tutto quello che scrivo è reale", dice Zephaniah, "anche le strade, o i palazzi in cui accadono le storie che racconto". Nessuna finzione, né tentativo di abbellire o imbruttire la realtà per renderla più narrabile. È probabilmente per questa ragione che nella sua East London da anni è adorato dai ragazzi, che nei suoi libri si riconoscono, e dagli adulti (gli insegnanti in particolare), che in quegli stessi libri trovano una salvifica strada per relazionarsi con i propri studenti. Perfino la regina d'Inghilterra pochi anni fa gli ha offerto il titolo di baronetto. Offerta che Zephaniah ha elegantemente rifiutato. "Anche David Bowie ha rifiutato, no?", dice, minimizzando la portata del gesto.
Crede che prima di offrirle il titolo Sua Maestà abbia letto i suoi libri?
No (ride). Mi sa che se la regina avesse letto anche solo la prima pagina di Gangsta Rap il titolo di baronetto non me l'avrebbe mai offerto.
Qualcuno deve avere detto a lei o a Tony Blair che io sono uno di quei personaggi che definiscono "cool". E a loro piace far vedere alla gente che conoscono e amano l'Inghilterra "cool", così come i neri, gli omosessuali, le lesbiche... C'è posto per tutti.
Lei ha rifiutato scrivendo una lettera alla regina?
No, ho scritto un articolo sul Guardian.
Qualcuno ha risposto?
No, so che mi hanno cercato al telefono. Ma non mi hanno trovato.
I protagonisti di Gangsta Rap partecipano a un progetto scolastico che consente loro di frequentare uno studio di registrazione invece dei normali corsi. È una cosa che in Inghilterra può accadere?
Sì, abbiamo progetti sociali che vanno incontro alle esigenze dei ragazzi più problematici creando per loro una sorta di "scuola su misura". Di gran lunga migliore delle scuole normali perché i metodi di insegnamento sono basati su una molteplicità di punti di vista. Non sei costretto a imparare che la storia dell'America comincia da Cristoforo Colombo.
Potrete trovare altre notizie su Benjamin, sul suo libro ed altre recensioni ed interviste collegandovi al sito www.edizionigoree.it
Di Riccardoba
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