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Recensione Piergiorgio Odifreddi La grancassa promozionale della "Longanesi" ha dato grande risalto all'ultimo libro di Piergiorgio Odifreddi, "Perchè non possiamo essere cristiani( e meno che mai cattolici)", come se l'autore avesse da rivelarci chissà quali novità. Invece autore ed editore si sono avvalsi della generale "ignoranza" del pubblico in materia di storia della filosofia e di storia delle religioni per celebrare un saggio in cui non c'è proprio nulla di nuovo, ma semplicemente si dibattono le antichissime questioni dell'ateismo, di cui l'inventore non è certo Odifreddi, nuovo "pappagallo" che ripete pedissequamente quanto fu già assai più brillantemente esposto sin dai tempi degli albori della filosofia greca e del pensiero buddhistico. Per Democrito di Abdera, coevo di Socrate, "tutto ciò che esiste nell'universo è frutto del caso e della necessità" e qualche secolo prima di Democrito il grande Buddha nella costruzione della sua stupefacente dottrina morale faceva piazza pulita di Dio e degli Dei. Dobbiamo forse rammentare che l'intera storia del pensiero è costellata di ateismo? Voltaire, Kant, Schopenhauer, Nietzsche, Marx e tanti altri grandi del pensiero hanno teorizzato l'ateismo con argomentazioni ben più originali di quelle di Odifreddi, per cui quest'ultimo appare un "nano" seduto sulle spalle di "giganti", per usare la metafora cara agli Umanisti del '400. E parafrasando Shakespeare potremmo ripetere:"Odifreddi, ci sono più cose in cielo e in terra che in tutta la tua logica". Il nostro "Nano" si meraviglia della stranezza dei dogmi cattolici! E' vero, in essi c'è qualcosa di incredibile sul piano della logica. Ma sono più incredibili i dogmi cattolici o fatti come quello del nostro pianeta che con regolarità stupefacente compie il proprio giro attorno al sole e che la luna fa altrettanto, in più rotando attorno alla Terra? Nessuna modestia, nessuna acies psicologica, nessuno spessore storico nel saggio di Odifreddi che non si chiede come mai possano esistere le religioni, perchè esse sono nate ed a quali bisogni esse rispondano. Con un pò di umiltà egli potrebbe capire che la sua logica svolge lo stesso ruolo delle religioni che contesta, un ruolo consolatorio nei confronti della "valle di lacrime" in cui viviamo. Ma se il suo saggio circolo riscuotendo gli applausi degli "ignoranti" la colpa non è tutta sua, ma in gran parte lo è della grande editoria che ospita opere destinate a fare scandalo solo agli occhi di una platea di "ignoranti" che applaudono certe argomentazioni come se fossero nuove di zecca ed invece sono vecchie come il pensiero umano. Nulla di nuovo nel saggio di Odifreddi e nulla di nuovo nemmeno nelle scelte della grande editoria, come già ricordava Schopenhauer circa duecento anni fa quando scriveva che per trovare un editore che pubblicasse le sue opere immortali aveva dovuto attendere d'avere i capelli bianchi, mentre una celebre ballerina del suo tempo, Lola Montez, aveva trovato subito un grande editore pronto a pubblicarne le memorie scandalistiche. Di serafino massoni
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