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Recensione Annalisa Bruni Altri squilibri
Nella citazione iniziale di Altri squilibri si legge: "Puoi picchiare un cammello tutta la vita, ma non stupirti se un giorno ti morderà."
La raccolta di racconti di Annalisa Bruni è un libro che morde, è una bestia feroce che si rivolta nella gabbia e strappa brani di carne a chi si avvicina alle sbarre.
Un urlo che taglia il sottile filo che separa la follia dalla cosiddetta normalità.
Donne sottovalutate e indaffarate in lavori mai riconosciuti. Donne poliedriche, eclettiche, nevrotiche, ossessive e guerriere. Ci vuole un cuore di leone e un fisico da guerriera amazzone per essere donna, oggi.
Nel cuore del libro si trova il racconto più riuscito: "Amor comico." La tragica e allo stesso tempo banale esistenza di Rosa, paradigma di tutte le donne narrate nella raccolta e specchio della drammatica realtà femminile italiana: la ricerca di una stabilità, di una casa, dei figli tanto desiderati e amati e quell'amore che sembra non bastare mai. Rosa è "Una donna come tante [...] Una donna che ad un certo punto della sua esistenza ha deragliato dai binari predisposti per lei, semplicemente perchè ha preso il treno sbagliato".
Rosa afferma di aver ucciso l'amante, il professor Giovanni Visconti. E' stata interrogata dagli inquirenti e non è mai caduta in contraddizioni. E' una mitomane oppure l'autrice di un delitto perfetto? Un delitto talmente perfetto che, anche in una crisi di coscienza, sarebbe stata scagionata per mancanza di prove.
Per risolvere questo mistero non bisogna analizzare prove e indizi ma è necessario scavare nella fragile anima di una donna che non ha alternative: dichiararsi colpevole significa affermare la propria esistenza, l'alternativa è la frammentazione psicotica.
Perchè questa donna continua a dichiararsi colpevole? "Perchè rovinarsi la vita, compromettere la sua libertà personale, gli affetti, la famiglia, la carriera se questa storia non fosse tragicamente vera?"
Rosa racconta la propria storia nonostante tutto si ripeta nella stessa monotonia di sempre.
"Non ci si vuole arrendere che ogni parola è stata detta e stradetta, scritta e riscritta." L'amore per quanto banale sia, quando viene vissuto diventa unico e straordinario, "certe sensazioni strisciano [...], si annidano nella nostra memoria per essere ripescate [...] quando andiamo alla ricerca di ciò che è stato."
L'unica via di fuga dalla monotonia quotidiana viene trovata nell'amore patologico con Visconti. Un gioco al massacro nel quale si riflette l'anima di Rosa. Le lettere appassionate che scrive a Giovanni Visconti diventano l'unica ragione di vita, anche dopo la morte del professore. Accettare che lui non le abbia mai lette significherebbe morire. E quando l'unica alternativa sembra la morte, allora è meglio impazzire.
Ogni racconto è una lotta interiore estenuante dove l'ago dello "squilibriometro" oscilla e impazza per trovare un equilibrio impossibile.
Il libro della Bruni è la narrazione dell'archetipo femminile in perenne lotta con se stessa, con la società e con gli uomini. Chi uscirà vincitore dalla guerra più lunga che sia mai stata combattuta. Di chi sarà quel piccolo foro in mezzo agli occhi che sanguina ancora?
Vincenzo Ciccone
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