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Recensione Giulia Morello Prigioni senza sbarre
Recensione letteraria del romanzo SchienacontroSchiena, di Giulia Morello – Le Lettere, 2004
Giulia Morello, la giovanissima autrice di SchienacontroSchiena, la conosco.
L’ho conosciuta un pomeriggio in una libreria del centro di Roma, nella quale eravamo entrambi invitati per un incontro. Mingherlina, sorridente, scanzonata, dall’aria ancor più giovanile rispetto alla già giovane età anagrafica, mi ha assolutamente spiazzato fin dalle sue prime parole.
Da buon “vecchietto” infatti, avendo Giulia quasi vent’anni meno di me, sono immediatamente cascato nell’abusatissimo luogo comune di pensare che chiunque si distacchi di più di dieci anni dalla propria età sia un essere pressappoco insignificante e che non può saper apportare alcun contenuto nuovo o interessante.
Che mi sbagliavo, e di grosso, ovviamente l’ho capito subito.
Immediatamente dopo esserci presentati, scambiando le prime quattro chiacchiere, ho subito percepito che - dietro quell’aria scanzonata - si trovava una persona vera, autentica, portatrice sana di valori veri e - vien voglia di dire – di quelli in uso una volta.
Ho capito quanto Giulia avesse scritto il suo libro quasi come fosse stata trascinata da una forza misteriosa, da qualcosa che dal suo interno l’avesse afferrata e costretta a buttare giù con immediatezza e irruenza quanto le ispirava la sua anima.
SchienacontroSchiena è stata per Giulia una necessità, una catarsi, una liberazione, un dover dar sfogo a tutti i costi ad una voglia quasi urlata di raccontare quanto da lei osservato in diversi anni trascorsi – per motivi di lavoro - all’interno di un C.P.A. (Centro di Prima Accoglienza) dove vengono trattenuti per le prime 96 ore i minori fermati dalle Forze dell’Ordine Italiane.
Giulia ha scritto il suo romanzo spinta dall’emozione, dall’umanità vissuta e direi quasi respirata in tutto il tempo trascorso in un posto così particolare, in una prigione senza sbarre, a contatto con migliaia di ragazzi e ragazze che ogni anno varcano quel triste portone.
SchienacontroSchiena (la cui prefazione è firmata dalla cantautrice Dolcenera) è così la storia di un rapporto tra due donne, madre e figlia, Lucia e Silvia.
Silvia è cresciuta senza suo padre, allontanatosi molto tempo prima da sua madre e da lei stessa. Finisce in un c.p.a., a causa delle solite sciocchezze commesse dai ragazzi. Ha solo diciassette anni, e come tutti gli adolescenti, il suo orologio viaggia ad altri ritmi, rispetto a quello di sua madre e di tutti gli adulti in generale.
Così il titolo del libro è la giusta, suggestiva raffigurazione di come due persone possano avere un punto di contatto e contemporaneamente guardare in due direzioni diverse ed opposte, destinate a non incontrarsi mai.
Il libro di Giulia è un libro in controcorrente nei tempi che viviamo, in cui il trash impera e l’introspezione diventa una parola sconosciuta da cercare sul vocabolario.
Per tutti questi motivi ed altri ancora SchienacontroSchiena è stato adottato quale libro d’esame per Sociologia della Devianza -Università Roma Tre.
Di Eugenio Cardi (www.eugeniocardi.it)
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