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Recensione Jacques Yonnet Recensione letteraria de “Le vie incantate di Parigi”
Volendo raccontare qualcosa di Jacques Yonnet – prima ancora che del suo libro – ci si trova in forte imbarazzo. Questo in quanto ci troviamo dinnanzi ad un personaggio impossibile da definirsi, da racchiudersi in una sola definizione. Yonnet infatti ha visto e provato esperienze un po’ di tutti i generi in vita sua, ma nulla di stereotipato al punto da poterne dire in poche righe.
Giramondo, combattente clandestino, poeta e profondo conoscitore delle magnificenze come delle bettole e degli angoli più oscuri della capitale francese!
Chi altri, se non lui, avrebbe potuto condurci per mano con abilità ed estro in una visita di Parigi inizio‘900 sicuramente insolita e molto diversa da quanto ci si possa aspettare?
Le vie incantare di Parigi – pubblicato per la prima volta in Francia nel 1954 - è tutto questo e molto altro. Non è solo possibile ritrovare – in questo libro - la Parigi che era e che ormai non è più, soffocata dal traffico e dai moderni palazzi. E’ vedere i tram che sferragliano davanti al nostro naso, è vedere le persone – maschi soprattutto -che a sera si ritrovano a bere e a cantare in una antica guinguette, magari al suono di un vecchio violino zigano. E’ osservare zingari e clochards che popolano, notte e giorno, gli angoli più scuri e maleodoranti del fondo di un vicolo, denso di aria putrida di miasmi d’alcool e dall’odore di sesso lasciato dalle cocottes.
Jacques Yonnet vero ed ultimo poeta maledetto di inizio secolo, caro amico di Robert Doisneau, era troppo legato ad un’idea romantica e al senso più vero del termine libertà per potersi cimentare davvero in qualcosa che poi sapeva poterlo rinchiudere per sempre in una di quelle gabbie artificiali e invisibili inventate dagli uomini, fatte di lavoro, routine e orari precisi.
Jacques Yonnet ha avuto il coraggio di mettere in pratica tutto quello che noi cosiddetti uomini liberi agognamo per tutta la nostra misera esistenza terrena e che poi però difficilmente riusciamo davvero a realizzare. E’ talmente vero tutto ciò che nemmeno il brillante esordio letterario – dapprima con un pugno di poesie – e poi con Le vie incantate di Parigi (di cui ha parlato la Francia intera degli anni ’50) è stato sufficiente ad incatenarlo ad una scrivania per avviarlo così ad una splendida carriera da scrittore e poeta. No, non è bastato.
Il libro di cui parliamo infatti, è e resta l’unica vera produzione letteraria di Yonnet; non si hanno notizie di ulteriori sue creazioni seguite al successo de Le vie incantate di Parigi.
Assieme all’incantesimo spazio-temporale regalatoci quindi da questo suo unico testo, credo che sia questa la vera lezione regalataci da un signore francese di inizio secolo di nome Jacques Yonnet.
Di Eugenio Cardi
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