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Recensione Carlo Grande Recensione di Igor Man a “La via dei lupi”
uscita nel luglio 2002 sulla Stampa
( ... )Capita, tuttavia, ancorché raramente, di inciampare in un vero romanzo, in una narrazione di fatti universali vissuti da personaggi autentici; dove c'è una storia originale che «avvince e convince» poiché al centro della medesima «esiste e resiste» l'Uomo.
«La via dei lupi»: ecco un romanzo. Di stampo classico: col "fatto", cioè, coi "personaggi" a tutto tondo, miracolosamente autentici sì da sfiorar la poesia, scolpiti nel loro presente come sono, «con pudore e vigore», fuori da ogni facile esercizio di prestidigitazione pseudo letteraria. «La via dei lupi» è il primo romanzo di Carlo Grande, direttore di Italia Nostra, giornalista né giovine né vecchio: ha 45 anni. Lo ha stampato Ponte alle Grazie, vende. Incredibile ma vero: il romanzo di Carlo Grande vende: grazie a quel che io chiamo l'effetto perlana, il passaparola. Ma perché chi lo compra e lo legge poi lo segnala agli altri? La risposta è sinanco banale: perché è un vero romanzo, perché Carlo Grande sa narrare la storia senza misericordia d'un ribelle ragionevole carnefice di sé stesso, eroicamente solo per scelta, innamorato della sua donna, innamorato soprattutto della vita tanto da astenersi dal viverla quando, d'un tratto, prende coscienza che il suo tempo è scaduto. François, il protagonista di questo libro raro per molti versi, vive, ama, combatte, muore nella prima metà del 1300 ma il suo esistere è contemporaneo del nostro quotidiano, giacché determinati «valori e dolori» sono immutabili e come tali dentro la Storia, sì, ma fuori dal calendario. «La via dei lupi», un vero romanzo: corposo, coinvolgente, teneramente forte.
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