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Recensione Susanna Sarti

Susanna Sarti

Luca

L'intera lettura di questo romanzo ha suscitato in me molti momenti di intensa emozione e mi è piaciuto più che "Maledetto" che pure ho molto apprezzato.
All’inizio in verità un po’ mi aveva indisposto quel bambino (che in quelle pagine andava ancora alle scuole “elementari”) così bello, savio e perfetto, così misurato e saggio che quasi pareva un vecchietto.
Mi dicevo che non era reale, che bambini così non ne nascono e meno ancora ne crescono, che si trattava di opera di pura astrazione.
Così in effetti è, si tratta di un’opera di mera astrazione, ma che astrazione, Signore e Signori!
Sbagliavo. In effetti è del tutto coerente e perfettamente giusto che “Luca” sia proprio come Susanna Sarti ce lo descrive: il suo romanzo (è un’opera “prima”) è un monumento alla memoria, "Luca" racconta di un bambino fortemente atteso che non vide mai la luce ed è pertanto bella e buona cosa che egli risulti “ineccepibile e esemplare” come ogni mamma sogna che sia il bambino che s’appresta a mettere al mondo, “Luca” è il cammeo che ogni mamma che abbia perduto il suo bambino desidererà attaccarsi con una spilla nel cuore e con essa sentirselo continuamente sanguinare, “Luca” il più bel monumento che possa edificarsi a persona che le lordure del mondo non hanno fatto in tempo a sporcare e le angustie del vivere ad intaccare, e il romanzo finisce nel modo più plausibile che sia possibile immaginate, nel solo modo nel quale poteva giustamente e logicamente finire.
In questa cinica e opulenta società dei consumi dove il buonismo è solo una maschera di comodo nonché la lavabiancheria dove tutti i momenti ci sciacquiamo fittiziamente la coscienza un romanzo come "Luca" se ben lanciato e adeguatamente sostenuto potrebbe risultare il fenomeno letterario dell'anno. Mary Poppins e Forrest Gump non erano che dei filmetti eppure hanno avuto un successo inaspettato e straordinario perché andavano a sollecitare nel pubblico nel momento giusto la corda del sentimentalismo, così come in questi tempi la saga del costosissimo e antipaticissimo maghetto Harry Potter; vivessimo negli Stati Uniti certamente una qualche Major hollywoodiana ne avrebbe acquistato i diritti e ne avrebbe cavato un film che avrebbe strappato alle opulente platee di questa parte di mondo autentici fiumi di lacrime. La gente ha voglia di emozionarsi e di piangere; crederanno di star piangendo per le vicende di Luca perché non hanno la forza e il coraggio di farlo per le loro personali questioni.
Il romanzo è scritto benissimo, com’è consueto in Susanna Sarti; l’uso dei verbi è al passato remoto è sintatticamente logico ed era l’unico possibile dato l’inconsueto tipo di storia narrata.

19/2/2006
Di Razumichin

Di razumichin

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