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Recensione Luigi Calcerano
Introduzione di Carlo Lucarelli a Per Uccidere Cecilia di Luigi Calcerano Ho conosciuto il collega giallista Luigi Calcerano qundo facevamo tutti e due parte della giuria del Premio nazionale Il Giallo a scuola del comune di Ferrara. La giuria era presieduta dal Professor Petronio, c’erano all’interno tanti scrittori di gialli, ma alla fine il lavoro più pesante toccò a noi, i più giovani. Già a quei tempi mi aveva accennato all’idea che sta alla base di “Per uccidere Cecilia”. Ci incontrammo ancora varie volte al Mystfest di Cattolica e lavorammo insieme qualche tempo al progetto di ipertesto giallo "Agatha" (1), una sua idea che avrebbe dovuto coinvolgere, oltre alla “coppia” Calcerano & Fiori, Eraldo Baldini, Marcello Fois, Danila Comastri Montanari e, ovviamente, Loriano Macchiavelli. L'ipertesto, che è un testo composto di blocchi di parole (o immagini) connesse elettronicamente secondo percorsi molteplici, in una testualità aperta e perpetuamente incompiuta, descritta in termini di link (collegamento) node (nodo), network ( rete), web (tela), path (percorso) sembrava potesse divenire col progetto di Agatha il contenitore ideale per interessanti esperienzeper tutti noi. Nell'ipertesto si articolavano diversi percorsi corrispondenti a diversi filoni narrativi, alcuni dei quali caratterizzati per essere espressione di genere o sottogenere poliziesco o parapoliziesco. Ciascun percorso conduceva ad un particolare sviluppo di trame armoniche che fanno progredire la storia o/e l'indagine in maniera particolare, con contenitori che dovevano essere, ad esempio, di impostazione classica, hard-boiled, esoterica, horror ecc. In effetti sempre più letteratura (teoria letteraria) ed ipertesto informatico, aree d'attività e di ricerca apparentemente scollegate, si erano avvicinate; ci furono alcune indiscrezioni pubblicate su “Mondo Giallo” da De Falco, una intervista a Calcerano su Delitti di Carta (2), alcuni lavori preparatori ma l’impegno finanziario scoraggiò sponsor ed editori e mentre negli Stati Uniti si realizzava qualcosa di simile con ambiente fantascientifico, sulla base del successo del film Blade Runner, il progetto in Italia, si arena, fallisce. Luigi Calcerano ha sempre ritenuto che il giallo, apparentemente luogo della ripetizione e genere letterario conservatore poteva rappresentare (e ha spesso, del resto, rappresentato) un laboratorio letterario di ricerca. E' di Ellery Queen , ad esempio l'idea di interrompere la storia per avvertire il lettore quando poteva considerarsi in possesso di tutti gli stessi dati che aveva l'investigatore e tutti i grandi giallisti del periodo classico, del resto, sono sempre stati allegramente e spensieratamente consapevoli di rapportarsi e parlare ad un lettore più o meno modello. La sfida al lettore, diceva allora, è la cosa più bella che possa capitare di fare ad un autore per il suo lettore! Sapevo che prima o poi ci si sarebbe misurato. Mentre scriveva, con Giuseppe Fiori, racconti polizieschi di tutti i colori del giallo (alla maniera di Hammett e Chandler, alla maniera di Donald E. Westlake, perfino alla maniera di Stanley Ellin) divertenti rivisitazioni dei luoghi comuni del poliziesco, attraenti come un ritorno al luna park del feuilleton, Calcerano continuava a pensare alla sua idea di tentare, sulle orme di Agatha Christie un nuovo approccio al rapporto autore/lettore/personaggio. Giuseppe Petronio, come fedelmente riportato nella sua apparizione nel libro, era contrarissimo a queste piste di lavoro troppo di avanguardia, tanto che rimproverava persino l’affermato Macchiavelli, che, nelle sue storie con Sarti e Rosas, il personaggio dell'autore qualche volta si manifestasse nella narrazione. Erano in molti a pensarla come Petronio, Per uccidere Cecilia continuò ad essere scritto e riscritto e proposto per la pubblicazione, io stesso lo sottoposi ad uno dei miei editori, ma le richieste di tagli e cambiamenti erano troppo snaturanti secondo l’autore, che le respinse dato che per vivere ha la sorte di fare un altro lavoro (è un -poco burocratico- dirigente ministeriale) e può permettersi di non sottostare troppo ai diktat delle case editrici, se sottostà a quelli della sua amministrazione. Da allora a parte le continue sollecitazioni di Luigi a che, dopo Carta bianca, L’estate torbida e Via delle oche (3) riprendessi per la quarta volta il mio personaggio del commissario De Luca, da lui adorato, ci siamo incontrati un po’ meno, fino al Corso di formazione per docenti sulla didattica della letteratura poliziesca in Italia, organizzato nel 2001, per il Ministero della Pubblica Istruzione, dall’ISIS Callegari-Olivetti di Ravenna proprio su input dell’identità segreta del giallista Calcerano, quella di operatore scolastico. Quando mi ha chiamato per annunciarmi la pubblicazione del libro senza stravolgimenti, sono stato veramente contento, è un libro che doveva essere pubblicato, intanto perché è godibile e divertente, specie se il lettore (o la lettrice, meglio) si appassiona alla non trascurabile componente sentimentale, poi perché può aprire una discussione interessante tra lettori e scrittori di romanzi gialli, infine perché fa una proposta originale e trova una risposta atipica all’interrogativo che molti si pongono su dove stia andando la letteratura poliziesca. Non posso che dare un assaggio del plot, per noi giallisti il problema è spesso proprio di ottenere dall’editore o da chi presenta il libro che non si scoprano troppe carte, che non si sveli troppo del libro mentre se ne parla per promuoverlo! Cecilia, un’incantevole quarantenne, elegante, raffinata, innocente, apparentemente inaccessibile, è scomparsa! Un commissario privo di fantasia indaga su un suo platonico, impalpabile, rapporto extramatrimoniale, mentre, nella Roma del 1983, si ritrovano cadaveri straziati di giovani donne. Un romanzo diverso dagli altri, in bilico tra i generi, con appassionanti colpi di scena, una trama spiazzante, una storia d’amore incomprensibile, romantica, tenera e morbosa, un affascinante ma inattendibile narratore, personaggi indimenticabili, un meccanismo giallo sulle orme delle trasgressioni di Agatha Christie alle regole di S.S. Van Dine e una sfida all’intelligenza alla maniera di Ellery Queen. Dopo tanti inaspettati capovolgimenti di situazioni e di sospetti il lettore di sesso maschile rischia di ritrovarsi come l’unico colpevole e la lettrice, spiando Cecilia, di scoprire di sé stessa qualcosa che non conosceva perfettamente. Dopo tanti anni di scrittura in coppia con Giuseppe Fiori, Calcerano debutta tardivamente come autore single, è un bell’esordio e spero che da solo, con Fiori, col figlio Filippo, col figlio Guglielmo (Luigi si diverte a scrivere, gioca ed ama giocare quello che John Dickson Carr ha definito ‘il gioco più bello del mondo’, con amici e parenti!) e ci faccia presto leggere qualche altra cosa di veramente originale come questo romanzo. Note: 1. In onore di Agatha Christie su cui Luigi è quasi un esperto nazionale v. Calcerano & Fiori, Guida alla lettura di Agatha Christie, Milano, Mondadori, 1990. 2. Delitti di Carta, 1988,n.2, p.112-115. 3. Tutti pubblicati per la casa editrice Sellerio di Palermo.
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