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Recensione Jeffrey Moore Gli artisti della memoria
Quanti di noi hanno finora sentito parlare di sinestesia? e di ipermnesia? E di sinestesia indotta da droghe o farmaci? Oppure di nostalgesia? Ebbene, questo divertente romanzo raccoglie uno spaccato di vita di 5 personaggi, ciascuno dei quali è portatore di una specifica anomalia della memoria e per questo motivo ammesso ai programmi sperimentali condotti da un famoso neurologo, il dott. Vorta.
Noel Burun, il protagonista, è un sinesteta, e un ipermnesiaco: quando ode una voce o legge una parola sagome multicolori si formano incontrollabilmente nella sua testa, e si dispongono come contrassegni o mappe sì da fargli tenere a mente, nei minimi particolari, un’emozione, uno stato d’animo, le parole stesse, di ogni grande o minuto evento della sua vita. Il suo amico Norval, scrittore, si presta di buon grado agli esperimenti dell’illustre neurologo in quanto questi gli fornisce le droghe psicotrope che gli consentono di spingersi, sui binari di una sinestesia artificialmente indotta, oltre i confini della sua immaginazione, nella ricerca ossessiva di tradurre la propria vita in un’opera d’arte. J.J. è un inventore e un mac-artista (come scherzosamente lo definisce Norval), dato che si occupa di Medicina Alternativa e Complementare, coltivando e vendendo su Internet tonici di propria creazione e produzione; egli fa parte del gruppo studiato dal dott. Vorta in quanto dotato di eccellente memoria in una personalità che cerca rifugio in una idealizzata, nostalgica giovinezza (sindrome che Vorta stesso definisce “Peterpandemonio”, riconoscendola come caratteristica di tutta una generazione).
Samira, che soffre di perdita di memoria a seguito di assunzione involontaria di droghe e viene arruolata dal neurologo per uno studio sull’amnesia, si occupa di arte-terapia, una disciplina che, basandosi sulla premessa che le parole possono costituire una barriera, favorisce l’espressione di sé attraverso il processo creativo-artistico.
Ben presto tanto Norval che J.J. e Samira scopriranno i segreto di Noel: la sua colta, bellissima e amatissima madre, appena cinquantaseienne, è affetta dal morbo di Alzheimer, ed è anch’essa in cura presso Vorta, per il quale tiene un diario dove narra giorno per giorno il suo confronto con la malattia.
Il romanzo si snoda attraverso i diari dei personaggi e il racconto di uno scrittore professionista incaricato da Vorta di narrare la loro storia, racconto arricchito dalle note di coda del neurologo stesso. I diari dei personaggi si intersecano, il neurologo puntualizza e interpreta i fatti stravolgendone spesso il significato e lo scrittore professionista dice la sua, smentendo a propria volta più di un particolare tanto delle narrazioni dei pazienti che, più ancora, di quelle di Vorta, in un continuo affascinante gioco come di piani mobili inclinati che paiono convergere in un punto per poi cambiare inaspettatamente orientamento e condurre così a soluzioni nuove e inattese.
Noel e i tre amici, ciascuno forte delle proprie competenze, fonderanno il sodalizio “Gli alchimisti dell’Alzheimer” con lo scopo di aiutare Stella Burun a superare i sintomi della sua malattia e… dato che le favole esistono davvero… Noel potrà concludere il suo diario con questa frase: “…ciò non sarebbe mai potuto accadere senza mia madre, il cui amore per me – e bisogno di me – mi ha elevato ad una sfera superiore di esistenza, trasformandomi in cavaliere, in mago, in matto – e rendendomi veggente, non più cieco ai miracoli”.
di Eliana Calza
Jeffrey Moore: “Gli artisti della memoria”
Traduzione dell’inglese di Pier Francesco Paolini
Ed. Marcos y Marcos, Milano
2005, pagg. 410, euro 16,00
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