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Recensione Chuck Palahniuk

Chuck Palahniuk

La vera anima di fight club

Dopo un lungo sabato notte passato a leggere tutto d'un fiato il fantastico libro di Palahniuk, mi sono ritrovata a leggere anche la postfazione che Fernanda Pivano fa dello stesso e, ad ogni riga, saliva in me una rabbia inesprimibile nel vedere chiaramente che la filosofia, e (caso ben più grave) la trama sono state totalmente stravolte e traviate dall'interpretazione della curatrice.

1)In primo luogo mi dissocio dall'indicare le associazioni di fight club come "perverse". Se tali gruppi vengono indicati come perversi, non si è nulla capito della filosofia che sottostà al libro e soprattutto dell'idea dell'autore che ribalta continuamente il concetto di perversione associandola e attribuendola alla società, metro dal quale si parte per giudicare quello che è normale da quello che non lo è, ed è cosa nota: leggere ed interiorizzare un libro presuppone una totale immersione nella sua realtà, cosa che la Pivano non fa restando legata ai canoni e ai parametri che l'autore rifiuta.

2) I giovani che si riuniscono nei centri di sostegno vengono definiti "ricchi, sani, e delusi", ma in realtà sono persone malate, l' unico ad essere sano, deluso (x quanto riguarda Marla è evidente che non sia ricca) e benestante(certo non ricco) è il protagonista-voce narrante-Tyler Durden. Il motivo per il quale egli si reca in tali centri dove i malati terminali si incontrano viene così interpretato dalla Pivano: "li aiutano a sopportare la loro tragedia in fiumi di lacrime, trovando nel loro dolore e nella loro disperazione quel calore umano e quella pietà divorati ormai dal cinismo contemporaneo". In realtà il protagonista e Marla si recano in tali centri per sentirsi più vivi scontrandosi con problemi che non appartengono a loro e, per tale motivo, rispetto ai quali essi potrebbero definirsi privilegiati per il solo fatto di non averli e certo non per ricercare calore umano... il motivo è un motivo tutto personale, il sociale è escluso, o perlomeno appena accennato.

3) Si riferisce poi dell'ideatore dei fight club: "inventati dall'interlocutore della voce narrante, il cameriere Tyler Durden, terrorista di guerriglia, nichilista messianico, oracolare e misterioso", sembra evidente che la Pivano non si sia accorta della schizofrenia della voce narrante che è in realtà lo stesso Tyler Durden, confusione che verrà confermata anche successivamente. Sarebbe stato accettabile distinguere tra voce narrante e interlocutore se questa fosse stata una prefazione(per non svelare nulla al lettore), ma visto che si tratta di una postfazione la cosa è ridondante e insensata, e viene ripetuto subito dopo: "In queste vicende si muovono i protagonisti, il narratore e Tyler, ma anche le loro donne, Chloe che muore già all'inizio del libro e Marla".

4) Premesso che Chloe non è la donna di nessuno, la descrizione di Marla come "femme fatale...coperta di cicatrici...con una sua teoria originale sui preservativi", mi sembra alquanto riduttiva per un personaggio veramente affascinante e importantissimo attorno al quale la storia ruota.

5) "A Marla interessa Tyler, ma Tyler è occupato a fabbricare sapone con cui finanzia i suoi Fight club" si commenta da sola..." e per fabbricare sapone scioglie il grasso sottratto dalle liposuzioni, precisamente da quelle delle coscie della madre di Marla"... sbagliato, perchè il grasso che usa non è solo quello della madre di Marla, ma è quello che si procura recandosi nei cassonetti vicino alle cliniche di liposuzione.

6) Il paragrafo che segue è tutto uno sproposito fino a raggiungere il culmine parlando di Tyler: "esprime la sua filosofia con la massima: "...ora io credo che esprimere la filosofia di Tyler con questa che è una battuta approssimativa che per nulla esprime il carattere e l'indole del suddetto, è un'eresia bella e buona. Tyler fa molti discorsi interessanti utili a capire e il libro e la filosofia che lo percorre, ma alla Pivano forse sono parsi discorsi inutili, o forse non li ha compresi. Non riporto il successivo paragrafo che ribadisce la confusione della Pivano in merito ai personaggi e svela parti di trama per nulla utili alla critica di un testo.

7) "Con un linguaggio molto meno edulcorato, per ragioni di censura, del mio, il narratore protesta per il ritorno di Marla"... complimenti alla pivano che mai si permetterebbe di parlare come il geniale protagonista di fight club parla (forse x evitare di dire cose interessanti?)...questione di censura, di questi tempi...

8) "Eppure non sono questi diversivi tra l'osceno e il pornografico a fare da centro al libro".... la ringrazio per non aver colto solo quel lato Signora Pivano... e certo che non è questo il centro del libro! anche perchè di osceno e pornografico c'è ben poco!... Ma vediamo qual è la vera storia per la curatrice della postfazione: "La vera storia è quella dell'orrore e soprattutto della disperazione che circondano il cancro, la malattia protagonista del nostro tempo prima dell'arrivo dell'aids; e la storia parallela è quella dei Fight club coi loro combattimenti paranoici che permettono all'autore di descrivere fiumi di sangue, sangue nelle facce, sangue sui tappeti, sangue in gola"....l'apoteosi della distorsione. Il fulcro del libro cara signora Pivano sono i Fight Club, in cui non si lotta per tingere a nuovo i tappeti di rosso, ma vi si lotta per non avere più nulla da perdere, vi si lotta per rinunciare alle cose che si possiedono che alla fine possiedono te(anche l'aspetto fisico), vi si lotta per esprimere a se stessi tutta la potenza che l'uomo (e non le cose che ha) contiene in sè, vi si lotta per rinunciare alla paura... sono i centri di sostegno che fanno da storia parallela, e che sono un pretesto dell'autore, un espediente che usa per dimostrarci l'alienazione del protagonista nella vita di tutti i giorni. .. Ma arriviamo alla palese e dichiarata incomprensione della Pivano quando ci dice che alla fine del capitolo 17: "l'autore introduce alcune scimmie spaziali, e così si confessa e conferma la sua totale diserzione dalla tradizione real-pragmatistica della narrativa americana a favore di quella post-moderna e una totale adesione al mondo inafferrabile della realtà virtuale"... quello che la Pivano non capisce deve per forza di cose rientrare nella realtà virtuale? Le "scimmie spaziali" non sono scimmie spaziali, le parole sono polisemiche e questo appellativo è dato dall'autore agli uomini che lavorano per il progetto caos, ma non sono scimmie, sono uomini! 9) La Pivano fraintende anche le ultime tre pagine del libro ribadendo tra l'altro la sua confusione mentale riguardo i personaggi: "fino ad accompagnare il narratore in Paradiso abbandonando l'ex-socio Tyler nei suoi fight club ormai diffusi in tutto il mondo"... dato che la pivano non ha colto la schizofrenia del protagonista-voce narrante-Tyler lei crede che lui muoia sul serio e vada nel paradiso cristiano... in realtà è evidente che egli non muore, sopravvive allo sparo della pistola e viene ricoverato in una clinica psichiatrica, nelle parole di Palahniuk , un nuovo evidente livello megalomane-schizofrenico del protagonista che cerca di convincersi di essere un eroe in Paradiso dopo aver ucciso la sua proiezione Tyleriana. Ma Palahniuk continua ... una clinica psichiatrica che gli somministra medicine e dove i suoi adepti recapitano le loro lettere di ammirazione... una clinica dove la voce narrante crea per se una nuova realtà mentale, distorta, parallela...chissà che non creda di essere una divinità... la vera anima di Fight Club...
chunli@jumpy.it

Di chunli

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