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Recensione Nella Larsen Sabbie mobili - Un brano
Le prime righe
Uno
Helga Crane sedeva sola nella sua stanza, che a quell'ora, le otto della sera, era immersa in una dolce penombra. Un'unica lampada da tavolo, schermata da un ampio paralume rosso e nero, proiettava un cerchio di luce sul tappeto cinese di colore blu, sulle copertine lucide dei libri che aveva levato dai lunghi scaffali, sulle pagine bianche aperte del volume prescelto, sullo scintillante ottone del vaso posto sul tavolino accanto a lei e abbellito da nasturzi di vari colori, e sulla seta orientale dello sgabello su cui aveva posato i piedi sottili. Era una stanza confortevole, arredata con un gusto insolito e intensamente personale, inondata dal sole del Sud durante il giorno, ma in quel momento raccolta nell'ombra, con le tende tirate e illuminata da un'unica lampada. Una stanza spaziosa, anche. Così ampia che l'angolo in cui Helga era seduta pareva una piccola oasi in un oceano di tenebra. E stranamente silenziosa. Ma a lei piaceva così, dopo una faticosa giornata di lavoro, dopo le difficili lezioni in cui dava volentieri il meglio di sé senza risparmiarsi e senza vederne, a prima vista, nessun riscontro. Amava immergersi in questa tranquillità, in questa calma, dopo l'irritazione e lo sforzo delle lunghe ore trascorse insieme a noncuranti colleghi scortesi e pettegoli, dopo la severa rigidità di comportamento richiesta in quell'enorme comunità di insegnanti di cui lei era una parte insignificante. Questo era il suo riposo: questo voluto, breve isolamento della sera, questo piccolo periodo di solitudine nella sua stanza elegante, insieme ai suoi libri. A quell'ora, al bussare degli altri insegnanti venuti a raccontare di nuovi pettegolezzi, oppure in cerca di informazioni o di altri favori più concreti, o semplicemente passati per chiacchierare un poco, Helga Crane non apriva mai la porta.
A chi l'avesse osservata sarebbe apparsa particolarmente adatta a quella cornice di luce e ombra. Una ragazza snella di ventidue anni, dalle spalle strette e leggermente spioventi, con braccia e gambe sottili ma armoniose, che emanava, nonostante tutto, un'aria di raggiante e spensierata salute.
© 1999, Casa Editrice Le Lettere
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