Recensione Francoise Sagan Brano tratto da "Bonjour Tristesse"
traduzione di Ruggero Sandanieli, Longanesi, 1961
La sera invecchiavo; uscivo con mio padre in certe serate in cui non avevo nulla da fare, sere un po' melanconiche, in cui mi divertivo e divertivo anche per via della mia etŕ.
Al ritorno, mio padre dopo avermi lasciata in casa, molto spesso andava a riaccompagnare un'amica. Non lo sentivo rientrare. Non voglio che si creda che egli ponesse una qualsiasi ostentazione nelle sue avventure. Si limitava a non celarmele, o meglio, a non dirmi nulla di falso e di convenzionale per giustificare la frequente presenza di un'amica che veniva a cenare da noi, in casa, o che vi si stabiliva...per fortuna provvisoriamente.
In ogni modo, non avrei potuto ignorare a lungo di qual genere fossero i suoi rapporti con le "invitate" e a lui stava a cuore, senza dubbio, di non perdere la mia fiducia, tanto piů che evitava cosě, sforzi di immaginazione. Era un ottimo calcolo.
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