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Biografia Marc Bloch
Marc Bloch
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Marc Léopold Benjamin Bloch (Lione, 6 luglio 1886 – Lione, 16 giugno 1944) è stato uno storico francese. Marc Bloch nasce a Lione nel 1886. Trasferitasi la famiglia, di origini ebraiche, a Parigi per la nomina del padre, Gustave Bloch, storico dell'antichità, all'ENS, anche Marc Bloch intraprende studi storici. Conclude il percorso accademico all'ENS, poi ottiene una borsa di studio per trascorrere due semestri in Germania, soggiorno imprescindibile per l'enorme considerazione di cui godeva la scuola tedesca, in seguito un'altra borsa di tre anni della Fondazione Thiers e viene nel frattempo, avendo ottenuto anche l'agrégation (potremmo tradurre con abilitazione) nominato professore di storia e geografia prima in un liceo di Montpellier e poi ad Amiens. Mobilitato in occasione della prima guerra mondiale (di cui ci lascerà un carnet, in parte ancora inedito, e in seguito un prezioso saggio "Sulle false notizie di guerra", considerato da storici come Annette Becker e Stéphane Audoin-Rouzeau come un vero anticipatore di tutta l'attuale impostazione storiografica sulla grande guerra – cfr, di questi due autori, "La violenza, la crociata, il lutto", Torino, Einaudi, 2002, in particolare l'introduzione), potrà discutere la sua tesi (Re e servi, un capitolo di storia capetingia) di dottorato solo nel 1920. Terminata la guerra, viene anche incaricato del corso di storia medievale all'Università di Strasburgo, nell'Alsazia appena riconquistata. Gli anni Venti sono anni di intenso lavoro. Egli stesso, ne "La strana disfatta", ammetterà che dopo quattro anni di guerra erano tutti ansiosi di riprendere gli strumenti del mestiere, tralasciando forse (o non attribuendogli la dovuta importanza), l'evolversi della situazione politica. Per esempio, si rimprovererà, in quanto storico, di non aver a sufficienza protestato contro lo sciagurato trattato di Versailles. In ogni modo nel 1924 esce il suo libro (gros enfant, come lui stesso dirà) "I re taumaturghi", uno studio sulla regalità medievale e in particolare sull'idea della sacralità regale in Francia e in Inghilterra. Collabora a prestigiose riviste di storia e storiografia (la maggior parte, purtroppo non tutti, dei suoi articoli e delle sue recensioni sono raccolti nei "Mélanges historiques") e soprattutto stringe amicizia col collega Lucien Febvre, docente di storia moderna, col quale fonda nel 1929 la rivista "Annales d'hisotire économique et sociale". Negli anni Trenta oltre che allo studio, le energie di Bloch sono concentrate sullo sforzo di trasferirsi a Parigi, da dove sperava, sempre insieme a Febvre, di poter meglio contribuire al rinnovamento degli studi storici. Sperava di poter lavorare fianco a fianco con l'amico e, nella corrispondenza, non mancano espressioni come il desiderio di far prendere aria agli 'ammuffiti ambienti accademici'. In effetti Febvre riesce a trasferirsi già nel 1932, ottenendo l'elezione al prestigioso Collège de France. Invano (anche a causa di pregiudizi antisemiti) Bloch tenta di raggiungere il collega al Collège già nel 1933; dovrà attendere il 1936 per ottenere una cattedra di storia economica alla Sorbona. Gli anni Trenta costringono anche Bloch a confrontarsi in modo diretto con la situazione politica. Nel 1934, in occasione dei tragici avvenimenti del febbraio, Bloch si trova in Gran Bretagna, ma al suo ritorno firma il manifesto che segna la nascita del Comitato di Vigilanza degli Intellettuali antifascisti. Nel 1937 i due storici preparano un numero delle Annales interamente dedicato al fascismo e questo causa la rottura del contratto col loro editore, Colin, che pretende almeno un articolo favorevole al regime politico tedesco. Proprio questo conformismo (incapacità di 'giudicare i valori', come si esprime altrove, insieme all'antisemitismo da 'bon ton') è una delle ragioni del profondo malessere intellettuale di Bloch. Tuttavia non sono molte le prese di posizione politiche dirette. Nel 1938 si rifiuta di partecipare ad un cerimonia in onore di un collega Austriaco, per non andare nell'Austria dell'Anschluss, oppure pensa di potersi candidare alla direzione dell'ENS. Però il tempo, così come lo srotolarsi drammatico della situazione europea, scorre. Sempre nel 1938 viene mobilitato in occasione della crisi dei Sudeti e scrive, durante i giorni di allerta, un testamento in cui oltre alle considerazioni sulla storia, esprime la volontà di veder pubblicata la sua ultima fatica, La società feudale, libro al quale aveva lavorato per quasi tutto il decennio. Il testo viene pubblicato nelle sue due parti, nel 1939-1940 e, nonostante alcuni appunti critici espressi da alcuni colleghi, Febvre in primis, rimane un affresco di straordinaria chiarezza sulla società feudale (e sulle trasformazioni per cui un semplice elemento giuridico, com'era il contratto vassallatico-beneficiario, combinandosi con le mentalità, i bisogni, le trasformazioni politiche, diventa una "società", appunto), imprescindibile punto di riferimento ancor oggi di tutti i medievisti e appassionati al tema. Nel 1939 scoppia il secondo conflitto mondiale. Bloch, benché potesse essere esonerato, decide di combattere ugualmente e dunque ritorna nell'esercito col grado di capitano, grado che aveva acquisito durante la precedente guerra. L'armistizio lo coglie a Rennes, da dove riesce fortunosamente a sottrarsi alla cattura da parte dei tedeschi per poi rifugiarsi in un paesino della zona sud, dove si trovava la sua famiglia. Impossibilitato dalle leggi dell'occupante a ritornare a Parigi e in pericolo anche per la pubblicazione dello Statuto degli Ebrei (che vietava agli ebrei numerose professioni, compresa l'insegnamento, tranne pochissime eccezioni per meriti particolari resi alla patria), Bloch riesce, pur con molte difficoltà (e per l'intercessione di un allievo del padre) a continuare l'insegnamento universitario, prima a Clermont-Ferrand (dov'era stata trasferita l'Università di Strasburgo), poi a Montpellier (dove partecipa all'organizzazione di Combat e collabora al Centre de Montpellier, un gruppo di studio tra quelli che, una volta unificati, daranno vita al CGE incaricato di progettare la Francia del dopoguerra). In un primo momento tenta di trasferirsi negli Stati Uniti, ma non riuscendo ad ottenere i visti per tutti i membri della sua famiglia (moglie, sei figli, più la madre), rimane in Francia. In questi anni un duro colpo per lui è costituito anche dalle vicende della rivista Annales che, in base allo statuto degli ebrei, deve cessare le pubblicazioni, a meno che Bloch non rinunci alla sua quota di proprietà. Bloch finisce per cedere alle pressioni di Febvre e di altri colleghi, che considerano la rivista l'unico loro mezzo di espressione nella Parigi occupata. Bloch invece, al contrario, crede proprio che continuare a pubblicare sottomettendosi alla legislazione antisemita sia un cedimento morale inaccettabile. Ma alla fine concede, a malincuore, la sua parte di rivista (pur continuando a collaborare firmandosi con uno pseudonimo). Anche se con Febvre vengono scambiate parole talvolta dure, l'amicizia tra i due non viene messa in discussione: e infatti, proprio all'amico, Bloch dedica l'opera che elabora in quegli anni: Apologia della Storia o mestiere di storico. Nel novembre 1942 i tedeschi invadono anche la zona sud. Bloch è minacciato da un ordine d'arresto, lascia Montpellier e si rifugia con la famiglia a Fougères. Nel marzo 1943 entra a far parte del movimento Franc-Tireur e nel luglio dello stesso anno è nominato rappresentante del movimento nel direttivo regionale dei MUR. Partecipa alla redazione de Les Cahiers politiques, organo del CGE e infatti gli ultimi due numeri non vedono la luce proprio perché Bloch, che ne è il responsabile, viene arrestato. Il movimento Franc-Tireur faceva uscire un omonimo giornale clandestino, e due riviste: Le Père Duchesne e La Revue Libre, quest'ultima diretta proprio da Bloch e Altmann. Arrestato l'8 marzo 1944 dai tedeschi, imprigionato e torturato a Montluc, è fucilato in un campo il 16 giugno a Saint-Didier-de-Formans. Nel 1946 appare, per le edizioni del movimento della Resistenza Franc Tireur, la prima edizione del testo (rocambolescamente salvatosi) de "La strana disfatta", che Bloch aveva composto di getto subito dopo l'armistizio (operando solo dei ritocchi negli anni successivi) e che costituisce una preziosissima testimonianza sul modo in cui venne condotta la campagna militare, un'analisi puntuale delle cause tecniche, morali e intellettuali della disfatta e ancora una riflessione della storia nella società, in un affresco della crisi della democrazia nella Francia dell'entre-deux-guerres rimasto a lungo, per profondità e oculatezza, ineguagliato.

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