Dal 9 febbraio al 2 aprile Roma scopre con questa mostra, promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali Sovraintendenza ai Beni Culturali, uno dei suoi lati più oscuri, quello della cronaca nera, che spesso si tinge di giallo.
Alla rassegna interverranno scrittori per raccontare alcuni casi:
Martedì 14 febbraio, al Piccolo Eliseo, Corrado Augias parlerà del caso Montesi.
Martedì 21 febbraio, al Piccolo Eliseo, Antonio Padellaro parlerà del delitto Fenaroli.
Martedì 28 febbraio, al Piccolo Eliseo, Carlo Lucarelli parlerà dell'omicidio di via Poma.
Dal caso di Arnaldo Graziosi, accusato di aver ucciso la moglie, fino all’omicidio dell’Olgiata, la mostra è una rassegna di noti delitti, spesso irrisolti, che hanno occupato molte pagine dei giornali e hanno toccato da vicino e in vario modo l’opinione pubblica italiana. Donne uccise dai mariti, uomini vittime della criminalità, o essi stessi criminali, storie passionali che si concludono tragicamente, episodi di pedofilia e omosessualità, misteriosi incidenti che sfociano in affaire, fino al vero e proprio delitto politico.
Molte le testimonianze in mostra: fotografie che raccontano gli “avvenimenti” e i ritratti dei protagonisti, provenienti da importanti archivi fotografici; giornali dell’epoca con i resoconti dei fatti, filmati provenienti da Rai Teche e dall’Istituto Luce con ricostruzioni delle vicende.
Una Roma che svela il suo aspetto meno noto e più inquietante: all’ombra dei maestosi monumenti che ne fanno la città più bella del mondo, sui dolci colli rinfrescati dal delicato ponentino, nell’oscurità di stretti vicoli, si sono consumati negli anni feroci delitti, atroci torture ed efferati crimini.
Nel percorso di questa esposizione si vogliono mettere in luce sia i fatti della cronaca sia lo stretto legame che esiste tra la cronaca nera e l’evoluzione della città. Ad esempio, l’uccisione dei fratelli Menegazzo nel 1967, a scopo di rapina: oggi sembra un fatto quasi “normale”, all’epoca fu una delle prime rapine a mano armata, che suscitò una fortissima impressione.
Un maggiore approfondimento è dedicato ai casi che hanno colpito maggiormente l’opinione pubblica: l’uccisione di Wilma Montesi trovata morta sulla spiaggia di Ostia il 10 aprile 1953, l’accusa a Giovanni Fenaroli di aver assassinato la moglie Maria Martirano il 10 settembre 1958 e, storia ancora dei giorni nostri, il massacro di Simonetta Cesaroni in Via Poma.
Fatti di cronaca raccontati, attraverso i quali viene anche ricostruita la società dell’epoca, le abitudini e il costume degli italiani, l’impatto delle notizie date dai mezzi di informazione sull’opinione pubblica. La stessa evoluzione dei mezzi di informazione, dapprima costituiti solo dalla radio e dai giornali (fatti di poche pagine, poiché anche la carta costava), e successivamente arricchiti dalla televisione di Stato, le televisioni private, le moltissime testate giornalistiche, internet ai suoi albori, e così via, hanno certamente contribuito a modificare la maniera di percepire questi tragici fatti.
Nella sala multimediale del Museo di Roma in Trastevere verranno invece proposte al pubblico, a ciclo continuo, alcune trasmissioni tratte dalla serie televisiva “30 anni di cronaca nera in Italia”, realizzate da Aleph Film per Rai Educational, dedicate ognuna ad uno dei casi esposti in mostra.
Sono previste anche iniziative collaterali come rassegne di film dedicati ad episodi di cronaca nera e serate condotte da importanti nomi del giornalismo anche queste rivolte ciascuna rivolta ad un singolo caso. La mostra, ideata da Gianni Borgna, ha la cura scientifica di Alessandra Maria Sette ed è stata realizzata con la collaborazione di Istituto Luce, Rai Teche, Rai Educational, Rcs Corriere della Sera, l’Europeo.
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