Si è chiusa il 27 marzo la Bologna Children’s Book Fair, l’evento più importante del mercato del copyright per ragazzi, che per questa edizione ha scelto il Brasile come nazione d’onore.
Come ogni anno dal 1969 la manifestazione si svolge nel quartiere fieristico di Bologna, dove dal 24 a 27 c. m. cinque padiglioni allestiti per l’occasione hanno ospitato 1200 espositori provenienti da 74 Paesi del mondo.
Uno scenario che raccoglie realtà editoriali differenti, in cui si confrontano progetti, innovazioni, esperimenti che abbracciano in toto il mondo del libro e della sua fruizione, con sempre rinnovata attenzione al fenomeno digitale, che ogni anno conquista gradualmente il consenso di grandi e piccoli lettori e sembra, già da qualche tempo, segnare un’era. Non a caso nel 2011 si è tenuta la prima edizione del TOC (Tools of Change for Publishing), evento interamente dedicato alle nuove tecnologie sul mercato editoriale, e nel 2012 è stato introdotto il premio assegnato al migliore libro digitale.
L’evento si è sempre configurato come un momento deputato in modo particolare all’acquisto e alla vendita di diritti, accessibile, quindi, esclusivamente agli operatori del settore, tra cui editori, autori, illustratori, agenti letterari e così via fino ad arrivare ai librai e agli insegnanti. Insomma un luogo interamente dedicato ai diversi attori dell’industria libraria per bambini e ragazzi, il cui teatro è rimasto per decenni precluso ai destinatari ultimi del libro: i lettori e, in questo caso, quei lettori giovani e giovanissimi che pure rappresentano il terreno più fertile e proficuo di quella produzione editoriale che fa sempre più fatica a mantenersi florida sul mercato (il settore ragazzi, secondo i dati AIE, vale circa 200 milioni di euro).
Se, infatti, i dati relativi al mercato dell’editoria per ragazzi hanno registrato una chiusura nel complesso positiva per il 2013 (+3,1% secondo i dati Nielsen per l’AIE), è pur vero che tale percentuale è inferiore rispetto ai dati di chiusura del mercato del 2012, per cui si è calcolata una perdita di circa 218 mila lettori nella fascia di età 6-14 anni.
In merito Francesca Archinto, coordinatrice del Gruppo editori per ragazzi dell’AIE, afferma: «Questa chiusura positiva del mercato 2013 non ci esime dal porci alcune domande sul valore del libro per ragazzi oggi…Il disallineamento che vediamo quest’anno tra andamento della lettura e del mercato rivela come la prima soffra di fronte alle nuove occasioni che il bambino ha di occupare il suo tempo libero con i device più diversi».
Saranno state queste e altre riflessioni a determinare la scelta innovativa della Fiera di quest’anno: un padiglione aperto al pubblico, rivolto ai genitori, ma soprattutto ai bambini, veri protagonisti – inconsapevoli – del mercato del libro.
Nel padiglione 33 si è svolta la prima edizione della ‘Settimana del libro e della cultura per ragazzi’ dal titolo Non ditelo ai grandi, durante la quale sono stati realizzati incontri con autori, esibizioni e workshops tutti tesi a catturare l’attenzione dei più piccoli nel recupero dell’esperienza insieme ludica e pedagogica della lettura. Lo stesso allestimento scenografico dello spazio è stato pensato per incuriosire e stimolare il bambino: un paesaggio labirintico di carte da gioco, realizzato dallo studio di architettura e urbanistica Labics.
Grandi e piccoli hanno potuto accedere per la prima volta ad una libreria internazionale composta da 25 mila titoli, in cui è stato loro possibile leggere, ascoltare, toccare, acquistare i libri ed interagire con essi (e-book).
Le presenze hanno superato i 10 mila ingressi. Un numero importante.
Un segnale di apertura, di innovazione, di dialogo con chi è il vero fruitore (e acquirente) del prodotto editoriale.
Chissà che non sia questa la strada giusta per il futuro dell’industria del libro.
Maria Vittoria Sparano
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